M eglio che manchi il pane piuttosto che la giustizia: una frase fatta. Per due motivi. Il pane, grazie al reddito di cittadinanza e alla Caritas è garantito, mentre la giustizia che ci sia ciascun lo sa, dove sia nessun lo sa: non funziona. Ergo teniamoci stretto il pane in attesa che la bilancia si rimetta a piombo. Adesso ci sta provando la ministra Marta Cartabia, una che se ne intende ma che da sola non basta. Per fare le riforme bisogna che anche gli altri capiscano che il processo è giusto se sono giusti i tempi. Per arrivarci bisogna cambiare passo o passare all’amnistia che tutti i reati si porta via. La sinistra obietta (ma non tanto), FI è contraria e allora vuol dire che la legge è buona, dicono gli avversari. I Cinque Stelle passano parola e Salvini non si cura di loro. Cinquant’anni fa lo scrittore Pitigrilli, esagerando, esprimeva un pensiero mai spento: “Se credi di andare in Tribunale e trovare giustizia, allora puoi andare dal fotografo e farti cavare un dente”. Nei codici si celebra il trionfo del “cavillismo” così che le norme, scritte in una lingua stravecchia anche per l’Accademia della Crusca e che dicono in mille parole quello che si potrebbe dire in quattro, siano suscettibili di ogni interpretazione e del suo contrario. La facciamo troppo semplice? No, semplicemente comprensibile.

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