P ubblicazioni serie e attendibili di scienza e futuro hanno annunciato che la genetica sta per superare traguardi estremi. Fra non molto la composizione dell’umanità non sarà lasciata al caso, come finora. Ci siamo liberati dalla sottomissione alle leggi della natura per consegnarci alla dipendenza dagli algoritmi. È la rivincita della libertà dell’uomo sulla dittatura del divino. Dopo i tempi dello stupore passivo davanti alla sacralità del Fato siamo entrati nel tempo della Ragione attiva. Dalle catene della Fede alla sovranità del Pensiero. Addio alle tre leggi di Mendel, biologo e matematico che giocava con i piselli per spiegare quali fossero le combinazioni possibili dall’incrocio dei caratteri fisici e psichici di un uomo e una donna. Potremo scegliere i nostri figli da un campionario, l’utero diventerà un elaboratore biologico simile a quelli elettronici. Potremo ordinarli secondo i nostri gusti e farceli mandare a casa a volo di cicogna. Un inquietante mix tra scienza e presunzione ci allucinerà. Mi rammarico di essere nato troppo presto. Bastavano cento anni di ritardo e sarei bello e affascinante, più alto, più intelligente, più longevo. O forse femmina. Di questa rivoluzione eugenetica potrà beneficiare anche la politica. In Italia, per esempio, avremo più draghi e meno conti.

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