Nell’altro mondo
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I l tema della Giustizia è come la guerra santa: senza fine. Salvini martirizzato per gli sbarchi, Nordio sotto attacco per le trasferte in Albania. Conclude Giorgia Meloni: solo propaganda dei giudici. Scriveva lo scrittore William Gaddis: “Giustizia? Otterrai giustizia nell’altro mondo. In questo accontentati della legge”. Il pensiero dell’intellettuale americano va completato: e di chi la legge applica. Ognuno faccia il suo, senza invadere il campo altrui. I parlamentari esercitando le funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione e i giudici adempiendo le funzioni con coscienza e diligenza per perseguire il pubblico interesse. I politici lascino in pace i magistrati quando ci sono di mezzo; criticare le sentenze è legittimo, fare i sanculotti bandiere al vento, no. I magistrati parlino solo con le sentenze, nei limiti dell’umano, giuste nell’interesse di tutti. Le idee politiche, legittime, non escano dal salotto di casa propria. Un fatto è certo. Se la fiducia degli italiani nella Giustizia occupa il quarto posto e i partiti navigano in fondo alla classifica un motivo comunque ci sarà: si chiama credibilità. Per una parte di politici rispondere al popolo che li ha eletti è quasi immunità, con la separazione delle carriere chiuderanno la partita e la musica cambierà. Il dubbio però è che abbia ragione Gaddis: cambierà, nell’altro mondo.