Merce deperibile
Caffè Scorretto
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G iuseppe Conte (“Giuseppi”, per l’amico americano Donald Trump) pensava che tutto sarebbe stato più facile. Defenestrato da Palazzo Chigi per opera di Matteo Renzi, regicida provetto, l’ex premier si è messo in testa di rifondare il Movimento Cinque Stelle. Il progetto veleggiava sull’onda della popolarità, del resto anche D’Alema aveva sottilmente fatto notare che il politico più popolare d’Italia, Conte, appunto, era stato fatto fuori da quello più antipatico, Renzi. Ma in politica la popolarità è merce deperibile. Dopo i primi mal di pancia, gli ostacoli e la trattativa infinita, l’indice di gradimento di Conte è precipitato. Tanto più che pochi giorni fa è fallita l’operazione per far entrare in Parlamento il leader pentastellato. Letta l’aveva proposto come candidato per le suppletive nel collegio liberato da Gualtieri, nel frattempo diventato sindaco di Roma. Il fuoco di sbarramento di Renzi e altri ha mandato in mille pezzi il piano. Di fronte alla mala parata “Giuseppi” è stato abile a trovare una via d’uscita dignitosa. «Mi candiderò alle Politiche del 2023», ha spiegato in un salotto televisivo. E poi, sollecitato da una domanda sulla corsa al Quirinale, è stato a dir poco stupendo: «Berlusconi? Ha fatto anche cose buone». Un bel modo per paragonarlo a Mussolini.