Lusinghe e minacce
Caffè Scorretto
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P arole senza pensiero, slogan al posto di programmi, fuochi d’artificio verbali per incantare e illudere. Fra le tante, troppe parole di questa campagna elettorale non c’è un’idea illuminante. Tra i leader liti plebee che attingono dai liquami del passato. Giocano a rubamazzetto e vogliono farci credere che questo sia politica. Ci hanno presi per fessi, commenterebbe Giuseppe Prezzolini. Ci sottovalutano, credono che per mancanza di discernimento noi abboccheremo alle loro furbate. Dietro di sé questi partiti hanno il vuoto. Cercano il consenso facile promettendo l’impossibile. Si guardano bene dal minacciare, come sarebbe naturale in una situazione di crisi. Per esempio: la minaccia di combattere non a parole, ma con sanzioni severe, l’evasione fiscale. Un esercito di italiani evade parzialmente le tasse, non solo le poche migliaia di straricchi. Sono venti milioni coloro che dichiarano di vivere, insieme ai loro famigliari, con 15mila euro all’anno. Impossibile stando al tenore di vita medio. Più della metà di loro mente. L’evasione è quindi fenomeno di massa e riguarda elettori di ogni partito. Diventerebbe impopolare chi proponesse di stroncarlo. Ma solo così l’Italia sarebbe più giusta e il suo futuro meno inquietante. È il momento di dare il voto a chi ci minaccia, non a chi ci lusinga.