Le due intelligenze
Caffè Scorretto
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M i è stato fatto notare che nel mio Caffè di domenica scorsa ho citato Daniel Goleman senza averne fatto contestualmente la presentazione. La critica è giusta, chiedo venia e pongo subito riparo alla mia distrazione. Daniel Goleman, di nazionalità statunitense, è uno psicologo e scrittore. I suoi libri analizzano le diverse forme di intelligenza: in particolare quella emotiva. La sua scrittura, limpida e scorrevole, gli consente di trattare con disarmante semplicità argomenti complessi. Ho voluto segnalarlo perché nel passaggio storico che stiamo vivendo l’argomento più ricorrente è l’intelligenza artificiale che, mentre ci affascina, ci spaventa. Leggere Goleman invece ci rassicura. Le sue argomentazioni ci inducono al confronto fra l’intelligenza emotiva, che governa settori decisivi della nostra esistenza, e quella artificiale, che della prima è consanguinea, ma ribelle: dicono gli apocalittici che sostituirà non solo l’umano ma anche il divino; tecnologia e teologia si fonderanno in un ircocervo che dominerà il mondo. No, ci rassicura Goleman. L’intelligenza emotiva, che ha consentito ai nostri lontani progenitori di sopravvivere in un ambiente ostile, ci aiuterà a affrontare un mondo sempre più complesso, violento, difficile da decifrare. Insomma, oltre a quelle in armi, è in corso una guerra tra Intelligenze. Ma questa è una guerra che ci piace e ci esalta.