N egli ultimi tempi le cose, almeno in Italia, vanno al contrario. Il Pd, quando si chiamava Pci, aveva condotto dure battaglie contro l’abitudine della magistratura e delle forze di polizia di colpire la sinistra. Esemplari la repressione delle lotte per il lavoro e la casa, i fatti di piazza Fontana, con la pista anarchica, le accuse a Valpreda e Pinelli, per poi scoprire che a collocare la bomba furono i fascisti. Ma anche la tesi degli opposti estremismi e il teorema Calogero, dal nome del magistrato che ipotizzò un colossale complotto comunista per rovesciare lo Stato democratico. Poi giunse Mani Pulite e il Pd divenne simbolo del giustizialismo, con tutti gli eccessi che ne sono derivati. Quindi è successo che il Pd si sia radicato negli strati borghesi e intellettuali degli elettori, lasciando le fasce popolari a Lega e centrodestra.

Adesso siamo al paradosso. A guidare la sinistra è una milionaria proveniente da una famiglia della borghesia più ricca, con genitori docenti universitari, un fratello matematico e una sorella consigliera diplomatica. Mentre a capo della destra c’è una donna che arriva dalle case popolari della Garbatella, quartiere-ghetto di Roma. Il mondo al rovescio.

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