La decadenza
Caffè Scorretto
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O ggi in Sardegna la parola decadenza richiama per automatismo la questione politico-giudiziaria che investe la presidente della Regione Alessandra Todde. Di questo vocabolo pare non esista altra accezione oltre quella giuridica. Invece, fra le diverse, una ce n’è che sovrasta questa e tutte le altre. È la decadenza intesa come graduale calo di efficienza e vitalità: vale per gli individui come per le società, i popoli, le nazioni. Vale per le comunità di stati e, per quanto ci riguarda, per l’Unione europea, nella quale siamo inseriti. Senza analizzare le singole azioni dell’Ue, esame che implica giudizi soggettivi, consideriamo l’aspetto evidente della sua strisciante decadenza morale: un fenomeno, che la storia ha ampiamente utilizzato per analizzare il declino di civiltà e culture, spesso associato a periodi di instabilità, crisi, cambiamento. Nonostante i grandi progressi, le scoperte e le invenzioni di una scienza prodigiosa, o forse proprio per questo, viviamo in una società disordinata e tanto disorientata da cambiare il senso delle parole al fine di fare apparire buono il cattivo e bene ciò che è male. In questo clima di decadenza morale noi sardi stiamo discutendo della possibile decadenza politico-giudiziaria della signora Todde: che, a confronto, appare un nulla su cui ci stiamo cimentando con fiumi di parole banali come bizantini di fine impero.