A quel bullo di Donald Trump abbiamo mostrato i denti. Colpisce il fatto che siano da latte, considerato che il primo nucleo dell’Unione europea è degli anni Cinquanta. Ma così è. Dell’Ue fanno parte 27 Paesi (ma sì, includiamo pure l’Ungheria), in barba al principio «meno siamo e meglio stiamo». Infatti stiamo malissimo.

Il Regno Unito ha rispettato le regole soltanto quando conveniva, si è tenuto la sua moneta e alla fine se n’è andato senza tanti complimenti. La Germania e la Francia – ben più serie dell’Italia – si sono prese i vantaggi e ci hanno boicottati: cosa che, avendo noi nello stato di famiglia quattro mafie, è comprensibile.

Poi arriva Trump e si mette ad abbaiare, però a fare i cocker (riconoscibili dalle orecchie basse) siamo noi. Von der Leyen festeggia – con voci contrarie – un successo per i dazi “dimezzati” rispetto agli annunci, malgrado nel Regno Unito siano più bassi rispetto a quelli dell’Ue. Nemmeno ci ha tentato.

Le dinamiche di The Donald sono elementari come la sua mente: minaccia di dare tre ceffoni e due calci, poi i calci non li dà e a Bruxelles tutti festeggiano perché l’abbiamo costretto a un «mezzo dietrofront» e ci ha dato solo i ceffoni. Se avessimo deciso dazi reciproci, magari il dietrofront sarebbe stato totale. Non lo sapremo mai.

Se esiste una cosa europea, in questo continente, non cercatela mai a Bruxelles.

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