D icevano che la tv avrebbe ucciso la radio, che il video avrebbe mandato in soffitta la sola voce. E che internet avrebbe ucciso radio e tv, perché lì c’è la democrazia perfetta: s’immaginava il web come un’agorà mondiale dove parlano tutti e «uno vale uno». Ecco, dove l’avevamo già sentito. Aggiungevano la scomparsa senza appello dei quotidiani «al massimo entro il 2000».

Un sacco di previsioni. Un sacco di errori. Internet non è libera: è anarchica. Ognuno ci mette quel che vuole, compresi i video sessuali di ragazzine girati da ragazzini: alcune di loro si sono tolte la vita. La tv polverizza gli ascolti, vero, ma perché l’offerta è gigantesca e i ragazzi la sera non stanno più a casa. Ma le tv locali reggono benissimo, come i quotidiani: meno diffusi, ma ancora molto acquistati.

E poi c’è la radio, la prima a dover essere uccisa dal resto, secondo i guru: è sempre lì, regale, splendida benché abbia cent’anni. E pure ascoltatissima: regala suggestioni con le sole voci, e non a caso esiste una vecchia canzone dei Buggles intitolata “La tv ha ucciso le star della radio”. Sul video, erano crollate le atmosfere che le voci creavano. Dalla radio viene e continua ad arrivarci Fiorello. La radio ci informa e intrattiene mentre guidiamo o facciamo altro.

Lasciamo le previsioni ai meteorologi bravi, i veri guru. Nel frattempo, buon ascolto.

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