M onsieur Macron ha chiuso i confini d’Oltralpe ai migranti. Impressionato dai circa 130 mila arrivi sulle coste italiane negli ultimi nove mesi, vuole evitare che una parte di questa triste umanità si riversi in Francia. Le Monde, il prestigioso quotidiano parigino megafono della borghesia intellettuale francese, che guarda e sospira a sinistra, ha approvato la decisione del Presidente. Lo ha scritto a chiare lettere usando, anche nei titoli, la parola clandestini, vietata in Italia. La nostra Corte di cassazione ha sentenziato che siccome non tutti i migranti sono clandestini non si deve generalizzare. Chi lo fa è condannabile. Giusto. Tra coloro che sbarcano senza documenti sulle nostre coste c’è chi è in fuga da situazioni di pericolo e da condizioni disumane; c’è chi chiede asilo politico, chi cerca rifugio: tutti vanno accolti, assistiti e messi al riparo da insidie. Anche da quelle verbali. Definirli clandestini non è corretto. Ma gli altri, che secondo i dati del Viminale sono l’80 per cento di quella grande massa, come dobbiamo chiamarli? Coniamo allora un nuovo vocabolo: che sia edulcorante, che dica e non dica, che non faccia capire ma lasci intendere. Aggiungiamo un’altra parola a quelle del vocabolario ipocritamente corretto. Oppure, come i passeggeri sprovvisti di biglietto, chiamiamoli portoghesi.

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