Il gatto e la volpe
Caffè Scorretto
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Q uando vedo Xi Jinping mi vengono a mente gli ultimi due versi di una filastrocca imparata in prima elementare: «… e da lì contempla il mondo il mio gatto Musotondo». La faccia dell’ultimo imperatore cinese è tonda come quella di molti gatti. E di un gatto che fa le fusa ha l’aspetto sornione. Come un gatto in finto dormiveglia aspetta che un topo o un uccello gli capitino a portata di balzo; la sua calma riflette la pazienza di chi aspetta il momento propizio per manifestare la sua forza. Un suo sorriso è raro, indecifrabile come quello di Monna Lisa. Uno a fior di labbra lo ha concesso al suo Compagno Vladimir Putin da lui accolto tre giorni fa sulla soglia del Nuovo Celeste Impero Comunista. Agli altri convenuti solo convenzionali strette di mano. A Pechino si sta celebrando una messa solenne per consacrare l’inizio di una nuova epoca. Gli officianti sono il gatto Xi, espressione di un pacifismo falso essendo potenzialmente aggressivo come ha dimostrato la parata militare, e la volpe Putin, che ha avuto l’onore dell’annuncio: «Serve un nuovo Ordine Mondiale». Con un sottinteso: il Nostro, sostitutivo di quello occidentale. Lui parla, Xi tace. E come un antico cinese attende paziente sulla riva del fiume che, portato dalla corrente della Storia, passi il cadavere del suo nemico. Comunque, per ora, piuttosto che un Ordine c’è un gran Disordine Mondiale.