E ora scappiamo
Caffè Scorretto
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T re del pomeriggio, a Cagliari fa un caldo boia. Nell’ultimo tratto di via Is Mirrionis vicino al rione di San Michele, lento avanza un uomo smilzo: avrà più di settant’anni, veste pantaloni lunghi e una maglietta di fattura modesta. Grandina sole, Ferragosto è dietro l’angolo: l’andatura non è una marcia trionfale, ma comunque decisa. Si ferma a un citofono, non si accorge di un testimone dentro l’auto appena parcheggiata a pochi metri di distanza. Lancia uno sguardo al palazzone, poi uno a sinistra e un altro a destra. Non si capisce quale, ma è intuibile che stia iniziando una specie di film, un cortometraggio. Il pensionato si sente al sicuro e suona per tre volte al citofono di chissà chi. Poi lo rifà, ma con quello di un’altra famiglia. In pochi secondi quei tasti premuti scientificamente tutti per tre volte – nessuno per due, nessuno per quattro – diventano una decina. E lì scatta la sorpresa: con la faccia da birbante, un’espressione alla “scappiamo, scappiamo” ma è da solo, l’anziano – soddisfatto - riprende la camminata più rapido e lascia le famiglie che hanno risposto a discutere tra loro: chi è? No, chi è lei? Guardi che ha citofonato lei. Ma chi siete, voi? Lui è già lontano, forse è un vecchio suonato. Però, mai quanto i citofoni dopo il suo passaggio.