R agazzi fate i bravi, studiate, dimenticate le okkupazioni e l’eskimo innocente, e se volete un consiglio: zitti e mosca. Il Parlamento ha approvato la legge che sia alle medie che alle superiori se non si raggiunge almeno il 6 in condotta si verrà automaticamente bocciati. Nelle superiori il 6 produrrà un debito formativo che obbligherà a sostenere un elaborato di educazione civica e, in vista diploma, il credito più alto potrà essere attribuito solo se il voto di comportamento è almeno pari a nove decimi. Un parlamentare della maggioranza si è aggrappato a un ardito concetto ossimorico per sostenere che “si punta a risanare la scuola dopo decenni di deriva progressista”. Per l’opposizione il provvedimento “è inutile e dannoso”. Al netto delle violenze fisiche e verbali, il pericolo è che la paura del 5 in condotta adagi gli studenti nel conformismo, figlio del mutismo. Nel mercato delle idee la critica è di casa, predicava cardinal Carlo Maria Martini. La scuola non è solo greco, latino, italiano e matematica ma è confronto e discussione, è interrogarsi su “Itaca” come approdo, conoscenza e in che modo i giovani possano raggiungerla con impegno e giusto sacrificio. Non è col 5 in condotta che il professore si riapproprierà della propria autorevolezza, ma quando riuscirà a portare quel 5 a 10. È la scuola sognata: più mente, meno muscoli.

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