Sul binario giusto
Caffè Scorretto
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I sondaggi dicono che la magistratura non gode di grande salute ma rispetto alla politica non c’è partita: 4 a 0 per la Giustizia. Se questo è vero, e per quel che vale, il referendum confermativo sulla separazione delle carriere potrebbe risolversi in una batosta per chi questa riforma vuole, fortissimamente vuole. Non per capriccio e neppure per atto dovuto a Silvio Berlusconi che l’aveva promossa e promessa senza però forzare i tempi e i modi. Il progetto non cambia: creare una netta distinzione tra i magistrati che svolgono funzioni giudicanti e quelli che svolgono funzioni requirenti (i pubblici ministeri), per garantire imparzialità e trasparenza nel sistema giudiziario. Ma i diecimila magistrati hanno in mano il codice e in tasca una tessera? E perché mai il cittadino giudice non dovrebbe avere delle convinzioni politiche, ma non usarle nelle sentenze o come pregiudizio? Eppure da qualche tempo non c’è anche un solo avviso di garanzia a un politico che non scateni il finimondo: giustizia a orologeria, di parte. Noi restiamo indipendenti, la politica vuol mettere lo zampino che la Carta vieta, replicano i magistrati. Le polemiche senza fine interessano più i protagonisti e gli addetti ai lavori che i cittadini ai quali non importa se i magistrati corrano su strade parallele ma che arrivino al capolinea in tempi rapidi e sul binario giusto.