Duello da Far West
Caffè Scorretto
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“T u mi conosci, Vladimir, sai di che cosa sono capace, e se ti azzardi a compiere qualsiasi azione ostile contro gli Stati Uniti preparati a una risposta devastante”. Putin non fa una piega e continua a bombardare l’Ucraina. Trump, che sotto il gabbano nasconde un fucile come il tenebroso Clint Eastwood nei film di Sergio Leone, ancora lo provoca con un ultimatum: «Cinquanta giorni per dire sì o no su pace e cessate il fuoco in Ucraina altrimenti sarà l’inferno». In realtà era un penultimatum e il fucile era caricato a salve. L’algido scacchista Putin nemmeno gli risponde e fa piovere centinaia di missili su Kiev. Passano i giorni, le delegazioni russa e americana, con la benedizione all’acqua di rosa di Putin e Trump, s’incontrano a Istanbul per fare quattro chiacchiere, bere un caffè turco a colazione e un drink prima di cena. Intanto i bombardamenti si intensificano, mentre i giorni dell’ultimatum sono scesi a dodici. Il duello planetario tra i due potenti della Terra sta assumendo i toni di un duello da Far West. Ma non ci sarà il morto. Ci sono invece i morti: sui campi di battaglia e nelle città bombardate. Nessuno dei due finti pistoleri sparerà per primo. Nessuno dei due vuole la fine dell’altro. Sanno che con eventuali successori sarebbe peggio. Si conoscono, non si amano, si disistimano ma, anche quando non si parlano, cinicamente s’intendono.