A questo punto
Caffè Scorretto
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A questo punto come campa un no vax italiano? Qual è la qualità della sua vita? E quale futuro vede per sé?
Mettiamo da parte il fastidio che moltissimi vaccinati provano all’idea che una minoranza ostinata si frapponga fra il Paese e la sua piena ripresa. Lasciamo da parte anche quel senso di superiorità gratuito che dà l’essere vaccinati, per cui quando parla Burioni in tv il vaccinato gli dà ragione e quindi si sente un Burioneddu, uno scienziato honoris causa. Accantoniamo la funzione sociale che hanno per molti i no vax, cioè essere il termine di paragone per molti sfigati che possono sentirsi dei fenomeni perché hanno detto sì al vaccino.
Il punto è: se non puoi andare a un concerto o in pizzeria o in discoteca, se per te la guerra non è mai finita, se sai che nove conoscenti su dieci ti guardano con compassione – se va bene – o con disprezzo, se vivi nella paura che i margini della tua quotidianità si restringano ancora di più, se rischi il posto di lavoro perché l’idea della dose (o magari solo quella dell’ago) ti fa troppa paura, come campi? Quanti infelici ci possiamo permettere, prima di venire a patti con l’idea che con questa gente dobbiamo parlarci, e dobbiamo trovare in fretta un modo umano e nuovo e intelligente di farlo?