Il 3 e 4 giugno si terrà a Sassari la Cavalcata Sarda.

"Festa della bellezza”, unica laica tra le grandi feste sarde, è stata rinviata rispetto alla data inizialmente prevista del 21 maggio a causa dell’altissima probabilità di piogge.

Si racconta che la prima edizione della festa fu organizzata nel 1899 in occasione della visita in città del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia, ma per alcuni riprende una tradizione che risale all’epoca della dominazione spagnola.

Centinaia di cavalieri e oltre 2mila persone vestite in abiti tradizionali che rappresentano tutti i comuni dell’Isola sfilano per le vie della città. Quest’anno ci sono 66 gruppi folk, 39 associazioni e più di 200 tra musicisti e danzatori.

Diversi gli eventi collaterali: al sabato il concerto di artisti sardi, la domenica “Suoni, danze e voci di Sardegna”, durante il quale si esibiscono alcuni dei gruppi che sfilano durante la Cavalcata. Domenica pomeriggio ci saranno anche le pariglie all’ippodromo.

Al concerto di sabato si esibiranno i seguenti artisti: Tazenda, Valerio Scanu, Benito Urgu, Collage, Istentales, Maria Giovanna Cherchi, Fantafolk, Janas, Alessandro Pili (Sindaco di Scraffingiu), Giuliano Rassu, Double Dose,Fabrizio Sanna, Niera, Zenias.

La grande sfilata si terrà domenica mattina dalle 9: partenza da corso Cossiga, poi attraverserà le varie vie del centro per concludersi in via Roma.

Immancabile una grande area mercato con stand e bancarelle tra corso Cossiga, via Enrico Costa, via Asproni, viale Mancini, corso Berlinguer, via Manno, via Mazzini e piazza D’Armi.

Il sindaco Nanni Campus ha motivato così il rinvio: «La Cavalcata sarda non è una manifestazione legata allo scioglimento di un voto religioso che deve tenersi necessariamente in una data, ma l'appuntamento della penultima domenica di maggio è semplicemente una consuetudine. Nel fare questa scelta abbiamo preso in considerazione diversi aspetti. I preziosi abiti abiti indossati dai componenti dei gruppi rischiano di rovinarsi irrimediabilmente, se bagnati, per non parlare della sicurezza dei cavalli e di cavalieri e amazzoni. Fare affrontare ai gruppi un viaggio per poi non potere sfilare, ballare o cantare non è giusto né corretto nei loro confronti».

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