Dalle ancestrali e inquietanti maschere barbaricine ai carri allegorici di Tempio. Il carnevale in Sardegna ha tante sfaccettature e tra queste spicca anche la Sartiglia di Oristano.

Si tratta di uno degli ultimi tornei equestri di origine medievale presenti nell’area mediterranea, si corre ogni anno l’ultima domenica e il martedì di carnevale. Consiste nel tentativo dei cavalieri di centrare un bersaglio, la Stella.

LE ORIGINI

Il termine deriva dal castigliano “Sortilla”, che deriva a sua volta dal latino “Sorticula”, ovvero anello ma anche “Sors”, fortuna.

La Sartiglia nasce dai giochi militari che venivano utilizzati per l’addestramento delle milizie in Europa a partire dall’XI secolo. Gare che col passare del tempo hanno perso la loro valenza militare e sono diventate veri e propri spettacoli per il pubblico organizzati da sovrani, viceré e feudatari in occasioni particolari come festività, prese di possesso di cariche di re o vescovi, nascite di eredi al trono.

Quanto alla Sartiglia di Oristano, i documenti più antichi si trovano nell’Archivio Storico della città e si parla, siamo nel 1547-48, di una “Sortilla” organizzata in onore dell’imperatore Carlo V, forse nel 1546. Altri documenti successivi testimoniano l’acquisto da parte dei governanti cittadini degli stocchi in legno da utilizzare per la corsa. Cosa che fa pensare che in età spagnola fosse il Comune ad organizzare la corsa, che poi è stata affidata ai gremi.

Grande folla alla Sartiglia (archivio)
Grande folla alla Sartiglia (archivio)

Grande folla alla Sartiglia (archivio)

I PROTAGONISTI

Su componidori

È la figura più importante della manifestazione. Ogni anno il 2 febbraio, alla festa della Candelora, il Gremio dei Contadini e quello dei Falegnami nominano ognuno il proprio componidori, che viene ufficialmente investito con la consegna di un cero benedetto.

Su componidori ha il compito di guidare la corsa e dopo la vestizione diventa un vero e proprio semidio in città. Tocca a lui dare inizio alla corsa alla stella, affrontando per primo la sorte. E solo lui può stabilire chi tra i cavalieri che partecipano potrà avere l’onore della spada e quindi tentare di cogliere la stella. Ed è lui anche a chiuderla con sa remada, quando a galoppo il cavallo torna indietro mentre benedice la folla con Sa Pippia de Maiu. Infine, la svestizione: su componidori leva la maschera e viene salutato e applaudito dai presenti.

I Gremi

Già durante l’età spagnola le città del Regno di Sardegna, compresa Oristano, potevano istituire dei gremi che riunivano in corporazioni religiose dei soci che esercitavano lo stesso mestiere: falegnami, sarti, calzolai, agricoltori e così via.

Non si sa quando i gremi abbiano iniziato ad organizzare la Sartiglia, inizialmente preerogativa del Comune. Ma è documentato che a metà Cinquecento un canonico della cattedrale arborense voleva donare al gremio dei Contadini un fondo per garantire le spese della manifestazione. Il gremio dei Falegnami invece storicamente sosteneva le spese con i soldi raccolti dalle offerte dei soci e di famiglie ricche della città.

I due gremi sono i custodi della tradizione, hanno il compito di assicurarsi che ogni anno e a qualsiasi condizione venga organizzata la Sartiglia, divenuta ormai obiettivo quasi esclusivo della loro attività durante tutto l’anno. Il gremio dei Contadini si occupa della corsa della domenica, quello dei falegnami si occupa di quella del martedì.

I cavalieri

Senza di loro non esisterebbe la Sartiglia. Vestiti con costumi della tradizione sarda e spagnola, formano il corteo su cavalli adornati con fiocchi e rasi colorati. Sono 120 i protagonisti della corsa a cavallo: in entrambe le giornate partecipano 40 pariglie, ciascuna composta da tre cavalieri. Tra queste anche le due pariglie dei componidoris. Fanno tutti parte dell’associazione sportiva dilettantistica “Cavalieri Sa Sartiglia”, che è nata nell’Ottanta e ogni anno dopo delle prove di selezione e segnalano i 120 partecipanti alla giostra.

Tamburini e trombettieri

Danno vita alla colonna sonora della Sartiglia e con i loro strumenti scandiscono i ritmi delle diverse fasi. Il giorno della corsa, di prima mattina, scortano un araldo a cavallo che tra le strade del paese legge il Bando della Sartiglia e invita il popolo ad assistere alla corsa alla stella.

Durante la vestizione sono loro a sottolineare il momento in cui le massaieddas sistemano la maschera sul volto di su componidori. 

E nel corso del resto della manifestazione suonano i passi tradizionali che accompagnano i vari momenti della Sartiglia, cercando ogni anno di crearne di nuovi.

Sa remada (Archivio)
Sa remada (Archivio)

Sa remada (Archivio)

LE FASI

La vestizione

Con questa cerimonia ha ufficialmente inizio la Sartiglia. Gli abiti tradizionali vengono cuciti addosso a su componidori. Quest’ultimo la mattina della corsa va a casa del presidente del gremio, da cui parte il corteo che arriva nella sede del gremio in cui avviene il rito, che si compie su un tavolo chiamato “mesitta”. A partire da quel momento e sino alla svestizione il cavaliere non potrà mai toccare il ruolo con i piedi.

Sa massaia manna dirige le operazioni di vestizione, dando indicazioni alle massaieddas, giovani ragazze con costume tipico oristanese che hanno il compito di cucire l’abito addosso a su componidori.

La maschera di su componidori del gremio dei Contadini: una camicia bianca, sbuffi raccolti da fiocchi rossi e sopra il “coietto”, una giacca smanicata stretta sul petto da lacci di palle. La maschera è color terra.

Quella del gremio dei Falegnami: gli sbuffi della camicia bianca sono raccolti da fiocchi rosa e celesti, a chiudere il “coietto” sul petto ci sono delle borche d’argento a forma di cuore, mentre la maschera è chiara, color cera.

Al termine della vestizione su componidori monta il sella al cavallo, e riceve dal presidente del gremio “Sa Pippia de Maiu”, il doppio mazzo di viole mammole che rappresenta l’arrivo della primavera e con cui su componidori benedirà i presenti. Quindi inizia il corteo diretto alla via della Cattedrale per dare il via alla corsa alla stella. Uno dei momenti più attesi, città e turisti attendono con impazienza il passaggio del protagonista rapiti dall’imponenza e l’eleganza di cavalli e cavalieri, dal tripudio di suoni che tamburini e trombettieri.

Corsa alla stella (Ansa)
Corsa alla stella (Ansa)

Corsa alla stella (Ansa)

La Corsa alla Stella

Chiuso il corteo, arriva la fase principale della manifestazione. Una stella d’acciaio è appesa al centro della pista con un nastro verde, obiettivo dei cavalieri è coglierla con la propria spada durante la corsa al galoppo.

Il segnale del via lo dà l’incrocio di spade tra su componidori e il suo secondo sotto la stella, poi il capocorsa sarà il primo a tentare la sorte. Dopo di lui su segundu e su terzu, i due aiutanti del componidori che con lui formano la pariglia.

Successivamente potranno tentare l’impresa gli altri cavalieri: non tutti, attenzione, solo quelli a cui il capocorsa darà l’onore della spada. Sarà infatti il componidori a decidere chi tra i partecipanti potrà tentare di cogliere la stella.

Chi riesce a cogliere la stella riceve in premio una piccola stella d’argento, chi riesce a farlo in entrambe le giornate della Sartiglia riceve una piccola stella d’oro.

Conclusa la corsa, su componidori riceve lo “stocco”, una lancia in legno con cui potrà tentare di cogliere nuovamente la stella, onore concesso solo a lui e ai suoi compagni di pariglia. Chiuse anche queste discese, il capocorsa riconsegna la lancia di legno e riceve “Sa Pippia de Maiu” con cui benedice la folla. Infinbe, sa remada: su componidori affronta a gran galoppo il percorso, benedice il gremio e tutti i presenti chiudendo ufficialmente la corsa alla stella. Si ricompone così il corteo dei cavalieri, che ripercorre il centro storico e si dirige verso via Mazzini, dove si svolgono le Pariglie.

Le pariglie

Uno spettacolo unico, che consiste nelle evoluzioni acrobatiche di tre cavalieri sui loro cavalli. Ogni pariglia infatti è formata da tre cavalieri e cavalli, ad aprire la corsa è sempre su componidori, che tuttavia non può cimentarsi nelle evoluzioni perché l’incolumità del capocorsa va tutelata. Poi gli spettacolari passaggi degli altri cavalieri, infine a chiude ancora su componidori, che benedice nuovamente la folla con “Sa Pippia de Maiu”.

Evoluzioni delle pariglie (Ansa)
Evoluzioni delle pariglie (Ansa)

Evoluzioni delle pariglie (Ansa)

La svestizione

All’imbrunire, il corteo formato da trombettieri, tamburini, gremio e cavalieri si dirige alla sede del gremio, dove su componidori saluta tutti ed entra nella sala a cavallo. Raggiunta “sa mesitta”, il capocorsa balza sul tavolo e congeda il suo cavallo.

Inizia la svestizione: nel momento in cui viene tolta la maschera, sottolineato da un gran rullo di tamburi, su componidori diventa cavaliere. Tutti vanno da lui per congratularsi e salutarlo.

Svestizione (Archivio)
Svestizione (Archivio)

Svestizione (Archivio)

I SIMBOLI

Sa spada e su stoccu

La prima è la spada con cui i cavalieri cercano di centrare la stella. Il secondo è un’asta in legno con cui la pariglia del capocorsa si può cimentare una seconda volta nella corsa alla stella. Si tratta di una specie di lancia più grossa della spada, con cui è molto più difficile centrare la stella. Grandi onori spettano a chi riesce a cogliere la stella con entrambi gli stumenti: la Sartiglia 2003 del gremio dei Contadini, guidata da Gabriele Pinna, resta negli annali proprio per questo. Un evento del genere non accadeva dal 1978.

Sa Pippia de Maiu

Ne abbiamo già parlato, si tratta di una sorta di scettro che simboleggia l’arrivo della primavera e la fertilità. Due mazzi di viole mammole che vengono unite ad un fascio di pervinche. Brandendola il capocorsa manifesta la propria autorità e benedice i presenti.

La stella

È l’obiettivo di tutti i cavalieri. Attualmente è a sei o otto punte, più piccola e difficile da centrare rispetto a quella dei secoli scorsi.

IL PROGRAMMA DEL 2024

Domenica 11 febbraio si svolge la Sartiglia del gremio dei Contadini, martedì 13 quella del gremio dei Falegnami. Entrambi si svolgeranno negli stessi orari.

Alle 10 di mattina il Bando dell’araldo al cavallo che invita il popolo ad assistere alla giostra equestre. 

Alle 11 parte il corteo verso la sede della vestizione, che avviene alle 12: domenica in via Aristana, martedì in via G.M. Angioy. Alla vestizione si accede solo tramite inviti distribuiti dai gremi organizzatori. Viene anche trasmessa in diretta sul maxi schermo in piazza Eleonora d’Arborea.

Alle 13.15 il corteo dei 120 cavalieri parte e si dirige verso il percorso di via Duomo dove, alle 13.30, ha inizio la corsa della stella. Chiusa la corsa con la discesa con lo stocco e sa remada il corteo di cavalieri si ricompone e si dirige verso via Mazzini, ripercorrendo via Duomo e passando da corso Umberto e piazza Roma. In via Mazzini alle 16.30 inizia la corsa delle pariglie.

Alle 18.30 inizia invece la svestizione, che segna la fine dell’evento.

(Unioneonline/L)

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