Oggi su Ricette sarde, si parla di un dolce tipico dei paesi di Ottana e Ortueri: is angules.

Per conoscerlo meglio abbiamo contattato Nicola Loddo del "Panificio-pasticceria" Loddo di Ortueri.

IS ANGULES, L’ANTICO DOLCE IN ONORE DI SAN NICOLA

«Questo dolce esiste da prima del 1800, forse addirittura dal periodo dell’invasione spagnola della Sardegna ed è nato per il nostro Patrono, San Nicola, che viene festeggiato la terza domenica di maggio. Il dolce veniva consegnato durante l’offertorio. Veniva poi offerto ai cavalieri per primi, poi alle persone arrivate da fuori, chiamati “is istranzos”. Infine, veniva offerto al resto della popolazione. 

La preparazione del dolce che viene fatta ad Ottana è simile alla nostra, possono cambiare solo le misure. Tutte vengono comunque portate alla benedizione, poi tagliate e distribuite alle persone». 

GLI INGREDIENTI

«Semola di grano duro e miele millefiori. La semola deve essere di buona qualità e se possibile con una granulometria grossa. C’è stato un periodo in cui, a causa della distruzione dei fiori da parte delle cavallette, non c’era più il miele e quindi si usava la sapa». 

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LA PREPARAZIONE

«Prima si fa il pane con la semola di grano duro, che si lavora a mano. La semola si impasta con l’acqua e un po’ di sale.

Per preparare la base bisogna impastare la semola che deve essere abbastanza consistente, perché poi si fanno dei pezzi di pasta rotondi, di circa 20-25 cm. La pasta deve restare liscia. Poi si forma il cerchio, su criccu: nell’estremità superiore si fa una lavorazione con il coltello, una dentatura, che crea un effetto decorativo.

Questo cerchio serve per contenere il miele, che una volta cotto diventa morbido. Quindi una volta inserito dentro il cerchio, si addensa, tanto che dopo si può tagliare a fette.  

Il pane viene preparato la sera, e fatto lievitare fino alla mattina successiva, quando viene cotto. Si cuoce tra i 180° e i 220°, dipende dal forno. Quando si raffredda completamente, il giorno dopo, viene prodotto il ripieno, che si chiama su pistiddau, composto di semola e miele. Il ripieno deve essere composto da un massimo di 20-25% di semola e il resto miele. Se è possibile, meglio usare una semola un po’ più grossa di quella usata per fare il fondo. Il miele viene cotto e bisogna poi lasciarlo riposare ancora finché il ripieno non si addensa. È importante che, mentre il miele bolle, venga girato in modo da non creare dei grumi.  

Dopo aver messo il ripieno, i dolci vengono decorati: a questo momento partecipa tutta la popolazione, anche i bambini delle scuole, che realizzano dei disegni su questo dolce: chi fa la chiesa, chi una casetta, ognuno secondo le proprie capacità. Una volta finito, viene benedetto e portato in una chiesetta che si trova fuori dal paese. Qui viene tagliato e offerto a tutte le persone che partecipano alla festa». 

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