Miniere della Sardegna, la storia e antichi luoghi da visitare
Un tempo brulicanti di frenetica attività dentro e fuori le gallerie, oggi resta il fascino intramontabile di paesaggi e storiaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
“Isola dalle vene d'argento”, così veniva chiamata la Sardegna dagli antichi popoli e dai mercanti: una terra antica che ha imprigionato nel corso delle ere geologiche i materiali più preziosi. Miniere in Sardegna attive un tempo brulicanti di frenetica attività dentro e fuori le gallerie, sono oggi custodi delle lacrime versate nelle tenebre da generazioni di operai, alcuni di loro diventati privilegiate guide turistiche per far conoscere il senso profondo delle antiche miniere sarde, luoghi di lavoro di sofferenza e incantevoli allo stesso tempo. Falesie, dune di sabbia, cavità carsiche, selvagge foreste e l’azzurro del mare fanno da sfondo a otto aree minerarie che insieme formano il parco geominerario della Sardegna, eccellenza della rete mondiale dei geositi Unesco per gli straordinari impianti industriali e per il fascino intramontabile dei paesaggi dei quali le miniere abbandonate in Sardegna sono diventate parte.
La storia mineraria della nostra Isola
Sino alla fine del XX secolo, sono state scavate centinaia di pozzi e gallerie, un duro lavoro portato avanti da migliaia di minatori sardi in ambienti tetri e fragili, a sacrificio della salute e della vita stessa. La grande storia mineraria della Sardegna non ha lasciato prosperità economica ma un immenso patrimonio di archeologia industriale incastonato nei più inconsueti paesaggi della Sardegna.
Quali miniere ci sono in Sardegna?
Sono circa 467 le miniere sparse per tutta l’Isola.
Ecco le più importanti: la Galleria Henry, simbolo dell’epopea mineraria di Buggerru: un grande giacimento di piombo e zinco ha portato in questa parte di Sardegna la più innovativa conoscenza del tempo per rendere più intensive le attività di estrazione e trasporto dei minerali. Un tempo luogo di ritmo frenetico di lavoro, oggi di scorci da immortalare.
Pan di Zucchero in acqua, Porto Flavia sulla montagna. Tra le famose miniere del Sud Sardegna Porto Flavia è nata come un sistema di gallerie sovrapposte, scavate nella montagna e usate per il trasporto dei minerali dai pozzi verso le navi alla fonda nella rada del Pan di Zucchero su cui si affaccia anche la miniera di Masua. Oggi è un affascinante percorso lungo l’ingegno di chi l’ha progettata, un progetto avveniristico all’epoca della realizzazione.
Miniera di Monteponi, Iglesias. Citata in un documento del XIV secolo, sfruttata a fasi alterne nel XVII e XVIII, poi portata al massimo sviluppo e all’avanguardia tra XIX e XX, successivamente abbandonata e infine riqualificata. La miniera di Monteponi è una delle più affascinanti testimonianze della storia mineraria della Sardegna: nel corso dei secoli ha visto succedersi proprietà e attività, sviluppandosi fino a diventare uno degli impianti estrattivi principali in Italia, con edifici moderni e strutture all’avanguardia (per i tempi), fino all’irreversibile crisi e alla chiusura. Oggi il complesso minerario a pochissimi chilometri da Iglesias è uno dei siti compresi nel parco geominerario della Sardegna, nonché tappa del cammino minerario di santa Barbara.
La miniera di Montevecchio e Ingurtosu. I dirigenti abitavano in ville principesche dove si viveva nel lusso, gomito a gomito con la vita grama dei minatori: un grande villaggio con ospedale, cimitero, scuole, chiesa e piazze dove scorreva la vita civile accanto a quella frenetica dello sfruttamento dei pozzi, sino al loro abbandono.
Carbonia. Gli infiniti giacimenti di carbone del Sulcis erano il grande sogno energetico nazionale, poi svanito. Inutili le lotte e gli scioperi in difesa del lavoro.
Argentiera. Un villaggio minerario nascosto e lontano da qualsiasi centro abitato, ma contornato da spiagge con i riflessi d’argento che vengono dal mare. Al centro del borgo la miniera e, insieme ad essa, tutte le storie di sudore e soprusi che portava con sé. Ora è una frazione di Sassari abitata da pochi residenti e curiosa location di mostre e performance, in attesa che il vecchio villaggio di pietra e legno arroccato sui costoni della montagna, con una vista senza pari sul mare del nord, venga restituito allo splendore che fu, quando qui si cercavano le vie dell’argento.
Funtana Raminosa. Il nome la dice lunga, dava rame a volontà già al tempo dei nuraghi e poi fece la fortuna dei fenici, dei romani e dei mercanti di ogni epoca. La generosità del giacimento è stata alla base delle mire di compagnie europee e persino statunitensi, sino all'abbandono nel 1983. Una nuova vita l'attende nelle mani degli ex minatori, oggi appassionate guide nella loro miniera.
Sos Enattos. Le sue vene sono state sfruttate per migliaia di anni, prima per la steatite, poi per estrarvi piombo, argento e zinco. Oggi regna il silenzio, e lo sguardo corre anche all'incantevole paesaggio circostante, con il Monte Albo sullo sfondo e rigogliosi boschi tutt'attorno. Qui il tempo sembra essersi fermato all'ultimo giorno di attività della miniera: pozzi, laverie, magazzini e uffici sembrano aspettare in eterno l'arrivo di dirigenti e minatori. In realtà passato e futuro coesistono come per magia, e anziché scavare per i minerali, nell'innovativo laboratorio SAR-GRAV si va alla ricerca di onde gravitazionali.
Quando le hanno chiuse?
Negli anni sessanta vi fu l'inizio del declino delle attività estrattive: la Regione autonoma della Sardegna nel 1968 costituì l'Ente Minerario Sardo ma nonostante l'intervento pubblico il declino continuò inesorabile per alti costi di produzione, continuo calo del valore dei metalli e progressivo esaurimento dei giacimenti.
Quali miniere si possono visitare in Sardegna?
Tra le miniere da visitare in Sardegna c’è la Galleria Henry, Buggerru, visitabile su prenotazione. Il Sito Minerario di Su Zurfuru a Fluminimaggiore ha un interessante museo che custodisce attrezzature e strumenti di lavoro.
A Carbonia Serbariu oggi ospita il museo del Carbone, dove si rivivono gli umori e ritmi della vita sotterranea, e le miniere di Rosas sono oggi museo di archeologia industriale a cielo aperto, visitabile accompagnati da una guida, nelle campagne della vicina Narcao. Le casette e la foresteria del villaggio dei minatori riconvertite a nuova vita sono un luogo di accoglienza e ospitalità, dal gusto originale.
La miniera di Montevecchio conserva bellissimi monumenti di archeologia industriale. La visita dura circa un’ora e 40 minuti.
(Unioneonline)