A pochi passi dal mare, in un promontorio granitico di Santa Teresa Gallura, la civiltà nuragica ha lasciato una delle sue tracce più affascinanti: è il complesso archeologico di Lu Brandali tra abitazioni, “officine”, strutture difensive e funerarie di un passato databile tra XIV sec. e X secolo a.C.

Sulla cima un nuraghe caratterizzato da elementi architettonici misti, «a corridoio» e «a tholos». A ridosso dell’area fortificata, lungo il pendio e nella piana a sud-est del nuraghe, i resti del villaggio. Le capanne, generalmente a pianta curvilinea, sfruttavano anch’esse la morfologia del terreno. Le mura erano composte da blocchi disposti in filari regolari e legati con malta di fango, i pavimenti erano in terra battuta.

Un passaggio tra le rocce conduce a un gruppo di cavità granitiche, usate dagli abitanti del villaggio sia come rifugi che come sepolture.

A poche decine di metri dal sito, nella porzione più a valle del complesso, c’è una tomba di Giganti. Il corridoio tombale è lungo più di sei metri e termina a forma di abside. Migliaia di anni fa, in questo luogo si svolgevano arcane e misteriose cerimonie, in cui fedeli e sacerdoti consumavano pasti rituali e frantumavano al suolo i recipienti di ceramica, come mostrano i numerosi reperti venuti alla luce durante gli scavi.

(Unioneonline/D)

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