Colline arrotondate e ricoperte di verde mediterraneo, fauna caratteristica come l’asinello bianco, mille tonalità del mare e fondali ricchi di vita.

Le ricchezze naturalistiche dell’Asinara, disseminate su 50 chilometri quadrati rientranti nel territorio di Porto Torres, sono parco nazionale e area marina protetta.

Cosa vedere all'isola dell'Asinara – Una terra incontaminata, da percorrere in bici, a cavallo, a bordo di fuoristrada o trenini. Le coste misurano 110 chilometri tra ripide scogliere ma anche sabbia soffice e acque cristalline. Le profondità custodiscono relitti di ogni epoca, compresa una nave del IV secolo vicino al molo di Cala Reale. 

Il Parco Nazionale dell'Asinara – Il parco nazionale è stato istituito nel 1997: un tesoro naturalistico disseminato su 50 chilometri quadrati (e 110 chilometri costieri) che fa parte del Comune di Porto Torres. A separare l’Asinara dall’estremo nord-ovest della Sardegna – ossia da isola Piana, Capo Falcone e La Pelosa - è il passaggio dei Fornelli, un canale dipinto d’azzurro che dà nome all’edificio carcerario vicino al molo meridionale. Da Fornelli partono tre sentieri: “dell’acqua”, con protagonisti mare, sorgenti, ruscelli e stagni; “del Castellaccio”, i cui ruderi medievali sono in cima a un colle; e “del granito”, tra macchia, cave di granito e la stupenda Cala Sant’Andrea, area a riserva integrale, dove è vietato l’accesso. Il 90 per cento del territorio, invece, è zona 2, con limiti meno rigidi, utili a non disturbare l’ecosistema, comprendente 678 specie floreali, di cui 29 endemiche. 

Le spiagge – Le principali spiagge dell’isola dell’Asinara sono Cala d’Arena, Cala Isola dei Porri, Cala Sant’Andrea, spiaggia Ezzi Mannu, La Pelosa, Portu Mannu e Saline. Cale sotto massima tutela, veri e propri paradisi terrestri. Il litorale è colonizzato da specie rare, come alga rossa e patella gigante. Il fondale è uno scrigno sommerso ricco di biodiversità, tutelato (dal 2002) dall’area marina protetta: in ampie zone sono consentite veleggiate, escursioni di pescaturismo e diving con operatori del parco.
L'asinello bianco – Il simbolo dell’isola dell’Asinara è l’asinello bianco, piccolo ciuco dal pelo chiarissimo. Sono caratteristici proprio per il colore: bianchissimo nei cuccioli e bianco sporco negli esemplari adulti. Si tratta di asini albini con i caratteristici occhi rosei e cerulei, tipici del gene dell’albinismo. Se li vedete ciondolare al sole, anche quella è una loro caratteristica: soffrono di fotofobia. 
La storia dell'Asinara e il carcere – L’Asinara fu dapprima stazione sanitaria “di quarantena” e colonia penale, poi campo di prigionia durante la Grande Guerra, dal 1975 carcere di massima sicurezza dove finirono brigatisti, sequestratori e boss della malavita. Nel 1997, infine, l’istituzione del parco nazionale. Le prime tracce umane sono le domus de Janas di Campu Perdu.

L’area divenne nel XX secolo una delle diramazioni penali del carcere, in particolare vi sorsero le stalle dove lavoravano i carcerati. A partire dal 1600 sull’isola si insediò una comunità di pastori e pescatori. Istituiti colonia agricola e lazzaretto nel 1885, i residenti furono allontanati: 45 famiglie fondarono Stintino, oggi rinomata località turistica. Da non perdere è l’Ossario del 1936, contenente le ossa di settemila austroungarici deportati durante la Grande guerra. Per oltre un secolo l’Asinara è stata in isolamento, ancor più con l’istituzione del carcere di massima sicurezza (1975), dove finirono brigatisti, sequestratori e boss della malavita come Raffaele Cutolo e Totò Riina. Delle vicende storiche è testimone anche il borgo di case basse e bianche di Cala d’Oliva, dove risiedevano comandante delle diramazioni della colonia penale e famiglie delle guardie. Qui soggiornarono i magistrati dell’Antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Come raggiungere l'isola? L'isola dell'Asinara si può raggiungere esclusivamente via mare, con una propria barca oppure con un traghetto da Porto Torres o da Stintino approdando a Fornelli o a Cala Reale.

(Unioneonline/D)

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