Per la prima volta sono stati osservati lampi di luce ultravioletta da una pulsar, un faro cosmico che emette raggi X a intervalli regolari.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Arianna Miraval Zanon e Filippo Ambrosino, mette alla prova gli attuali modelli che descrivono il comportamento di una pulsar in un sistema binario, cioè in orbita con un'altra stella alla quale sottrae materia.

Si basa sui dati del telescopio spaziale Hubble e del Telescopio Nazionale Galileo (Tng) dell'Inaf a La Palma (Isole Canarie). Le pulsar, spiegano gli autori, sono stelle di neutroni, cioè quel che resta di stelle più massicce del Sole, che emettono radiazioni in due coni di luce, ruotando così rapidamente che la loro emissione sembra pulsante, come nei fari.

La pulsar studiata si chiama "Sax J1808.4-3658" ed è particolare perché ruota più velocemente della maggior parte delle pulsar, completando in un secondo ben 401 giri su se stessa. Attualmente, si conoscono solo una ventina di oggetti celesti come questo.

"Per la prima volta - spiega Ambrosino, dell'Inaf di Roma - abbiamo osservato nello stesso sistema, durante la fase esplosiva, pulsazioni in tre bande diverse: X, Uv e ottica".

Le nuove osservazioni sollevano, però, un problema: la luminosità delle pulsazioni misurate in banda ottica e Uv è troppo elevata per essere spiegata, con gli attuali modelli teorici, dall'accrescimento di materia sottratta dalla pulsar alla compagna. Per sciogliere il dubbio, il gruppo ha in programma nuove osservazioni della pulsar in fase quiescente, per indagare sull'eventuale presenza di pulsazioni ottiche una volta diminuita la luminosità, e capire meglio il meccanismo che le genera nella fase esplosiva.

(Unioneonline/D)
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