"Penso che non ci possa essere un nuovo Mennea: è stato uno dei più grandi atleti dello sport italiano e un esempio in campo e fuori, visto che ha preso anche cinque lauree. È un esempio e un mito, essere accostato a lui fa solo piacere ed è uno stimolo in più".

Filippo Tortu non teme i grandi confronti. Essere paragonato ad una leggenda come Pietro Mennea gli dà quella carica in più che, a 21 anni e con le Olimpiadi di Tokyo 2020 alle porte, fa probabilmente la differenza. Nel frattempo, il campione di origine sarda, primatista nazionale dei 100 metri piani con il tempo di 9"99, si è concesso il lusso della finale agli Europei di Berlino 2018 e, soprattutto, dell'ultimo atto dei Mondiali dello scorso settembre a Doha.

"Spero manchi il meno possibile ad arrivare al livello dei top - spiega lo sprinter -. Due anni fa correvo i 100 sotto i dieci secondi, non devo avere fretta".

Infine sulla maxi squalifica alla Russia: "So che il doping esiste nello sport, ma non mi piace pensarci. Sono concentrato su me stesso, sui sacrifici che faccio e non è bello pensare che un atleta al mio fianco sia dopato. Sono molto contento della mia vita e guardo i miei aspetti positivi".

(Unioneonline/M)
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