Non bastano un timbro solare, una gran potenza vocale e la capacità di usare volume e sfumature per spiegare il tripudio che ha accolto il tenore Francesco Demuro nei tre concerti al Comunale di Sassari, inseriti come chiusura della stagione organizzata dall'ente de Carolis. L'artista portotorrese ci aggiunge di suo la capacità di entrare nel cuore degli spettatori, l'orgoglio di essere sardo, l'umiltà di chi ricorda sempre le sue origini di mini cantadore a chitarra e la voglia di dare tutto al pubblico.

Standing ovation, richieste di bis, applausi fragorosi che sono durati oltre cinque minuti.

È stato davvero un evento il ritorno di Francesco Demuro a Sassari. E anche chi non lo segue tramite i filmati in rete sulle sue performance operistiche nei migliori teatri del mondo, ha capito perché è stato meritatissimo l'International Opera Award vinto in Qatar all'inizio del 2019.

Francesco Demuro, ben assistito dall'orchestra dell'ente de Carolis diretta con brio da Lorenzo Passerini, ha affrontato con sicurezza un programma impegnativo: prima Donizetti con la Sinfonia del Don Pasquale e le arie "Tombe degli avi miei" da Lucia di Lammermoor e "Una furtiva lagrima" dall'Elisir d'amore. Poi l'Ottocento lirico francese con la Sinfonia dell'opera Zampa di Hérold e le arie "Ah! Lève-toi, soleil" da Romeo et Juliette di Gounod e "Je crois entendre encore" da Les pècheurs de perles di Bizet. Quindi l'omaggio a Giuseppe Verdi con la sinfonia della "Forza del destino" e le arie "Lunge da lei…oh mio rimorso" e "La donna è mobile", rispettivamente dalla Traviata e da Rigoletto. Tra i bis il celeberrimo "Nessun dorma" da Turandot di Puccini, preceduto da un medley natalizio arrangiato da Andrea Battistoni.

Demuro è quindi tornato sul palco per chiudere con "Granada" di Augustín Lara e, nel finale, ha proposto alcuni brani tradizionali del canto sardo "in re" accompagnato dal chitarrista Antonio Masia.
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