“Pluribus”, Vince Gilligan ha già chiaro il finale della serie
Il regista già immerso nei lavori per la seconda stagionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo aver conquistato per sempre il mondo della serialità grazie al successo di “X-Files” e, più tardi, al fenomeno senza precedenti di “Breaking Bad” e “Better Call Saul”, il geniale Vince Gilligan è tornato a imporsi sulla concorrenza firmando in esclusiva per Apple TV+ la serie “Pluribus”. Armato del suo stile inconfondibile - che alla passione per il paranormale intreccia thriller e fantascienza - la serie alterna toni drammatici ad atmosfere da black comedy, raccontando la diffusione sulla Terra di un virus capace di trasformare tutta l’umanità in un’unica e misteriosa comunità pacifica. La sola speranza per contrastarne la diffusione sembra essere Carol, una scrittrice di romanzi rosa rimasta tra le poche persone immuni, trovatasi - suo malgrado - a intervenire per porre rimedio a questa inquietante situazione.
Come dichiarato ufficialmente da Apple, “Pluribus” è ad oggi lo show più seguito sul servizio streaming, pur senza che siano stati ancora resi noti il numero effettivo di visualizzazioni e le ore di visione. La serie è riuscita a superare anche gli eccellenti ascolti di “Scissione”, che in precedenza aveva surclassato quelli dell’altrettanto acclamata “Ted Lasso”. Come ammesso dallo stesso Gilligan, “Pluribus” è nata principalmente per garantire maggiore visibilità a Rhea Seehorn, attrice già conosciuta in “Better Call Saul”, per cui l’autore nutre una stima enorme. A tal proposito ha dichiarato: «Ho scritto questa serie per lei. La adoro. Abbiamo imparato a conoscerla e ci siamo divertiti moltissimo a scrivere per lei in Better Call Saul, tanto che ho creato questa serie apposta per lei. Sapevo che sarebbe stata bravissima, sapevo che era una persona su cui potevo contare con assoluta fiducia e su cui potevo puntare, facendone la protagonista di una serie TV. Pensavo fosse ormai da tempo arrivato il momento che diventasse una star».
Senza troppe sorprese, Gilligan si è già immerso nei lavori della seconda stagione, tranquillizzando i fan e dimostrando di avere le idee molto chiare sul suo sviluppo. Ha rivelato a Screen Rant: «In questo momento, ho un'idea più precisa di come dovrebbe concludersi la serie rispetto al solito. Sicuramente più precisa di quante ne avessi per Breaking Bad o Better Call Saul. Detto questo, scarterò sempre rapidamente una buona idea per un'idea migliore. Se ne arriva una, scarterò volentieri quella che ho in mente in questo momento. Ma abbiamo una tabella di marcia generale di dove dovrebbe andare la serie».
Riguardo alla durata oltre la seconda stagione, ha aggiunto: «Non so quanto dovrebbe durare la serie... Il trucco più grande in questo lavoro è sapere quando è ora di lasciare la festa. Vuoi che la gente ne voglia ancora. Non vuoi essere quello con il paralume in testa e tutti guardano l'orologio chiedendosi perché non se ne va. Quindi questa è una delle parti più difficili».
Ricordando le esperienze con “Breaking Bad” e “Better Call Saul”, ha continuato: «In ogni serie prima di questa, Breaking Bad o Better Call Saul, qualcuno mi faceva una domanda: quanto tempo dopo la prima stagione o quante altre stagioni pensi di avere? E poi si scopre che avevamo storia sufficiente per sei stagioni di Better Call Saul, il che è stata una sorpresa molto piacevole. Forse tre stagioni per Pluribus, forse di più».
Sulla questione, intervistata da Variety durante la cerimonia dei Golden Globe dopo la candidatura come migliore attrice in una serie drammatica, Rhea Seehorn ha dichiarato: «Non so quanto andremo avanti, vorrei saperlo, e spero che siano tipo 10 stagioni. In questo momento la writer's room è impegnata a scrivere la seconda stagione, per ora non conosco i dettagli».
Fiduciosa del lavoro di Gilligan e del suo team, ha aggiunto a Deadline: «Conosco Vince e il suo incredibile team di sceneggiatori, continueranno ad ampliare la storia. Spero di continuare a interpretare questa sua incredibile umanità. Lei è davvero l'eroina riluttante per eccellenza, una persona qualunque, il che è molto divertente in un contesto fantascientifico perché spesso si comporta in modi che non sono i migliori, ma molti di noi possono identificarsi completamente con lei. Quindi spero che continueremo così».
