"Un ruolo che ho fortemente amato, voluto, proprio perché imperfetto. Lo dico senza retorica, è quello che ad oggi e dopo 22 di carriera ritengo il più completo, anche perché tratta un tema forte ma necessario che in Italia in una serie tv non è mai stato affrontato in questo modo. La malattia mentale è una patologia su cui le persone hanno tanti pregiudizi, c'è una grande ignoranza, non si guarisce, ma si può prevenire o tenere a bada se la diagnosi è fatta da bravi professionisti".

Sono le parole di Gabriela Pession con specifico riferimento a "Oltre la soglia", serie tv che la vede protagonista, dal 6 novembre, nei panni di Tosca Navarro, primario di un reparto all'avanguardia nella cura di adolescenti con disagi psichici.

Nel suo campo Tosca è la migliore, ma nasconde un segreto: un passato difficile e una diagnosi di schizofrenia.

"Una bomba a orologeria pronta a esplodere - spiega l'attrice - che se da una parte le permette di leggere meglio di chiunque altro le menti fragili, le anime danneggiate dei suoi pazienti, dall'altra la consuma in fretta e la espone continuamente al rischio di far scoprire al mondo il suo segreto e di precipitare di nuovo nella malattia".

"Oltre la soglia", dodici puntate in onda in prima serata su Canale 5, racconterà in ogni episodio un caso che ha come protagonisti degli adolescenti problematici.

Serie ideata da Laura Ippoliti, vanta nel cast anche Paolo Briguglia, Alessandro Tedeschi, Nina Torresi, Camilla Ferranti e la partecipazione di Giorgio Marchesi nel ruolo di un Pm che avrà un rapporto di grande scontro con la dottoressa ma anche un'inspiegabile "attrazione".

Un'altra immagine dalla nuova serie tv (Ansa)
Un'altra immagine dalla nuova serie tv (Ansa)
Un'altra immagine dalla nuova serie tv (Ansa)

Tosca, aggiunge Gabriella Pession, "ho voluto che fosse spogliata di ogni lato retorico o pietistico, è una donna tosta, una sorta di antieroina dotata di superpoteri e consapevole della sua malattia, ha un grande intuito perché riconosce i campanelli di allarme, ma è asciutta, diretta, dice anche le parolacce. Il mio personaggio è malato ed è una parola che va pronunciata. Ma noi non siamo la nostra malattia. La serie si concentra più che altro sulle sfumature del personaggio: Tosca è eccezionale, in lei convive una cifra realistica e qualcosa che è fuori dal comune: l'unica chance che ha per sopravvivere alla schizofrenia è curare i ragazzi del suo reparto".

"Non bisogna nascondere nessuna malattia - ha aggiunto Gabriella Pession - occorre parlarne senza vergogna, senza aver paura delle proprie imperfezioni". La serie "parla di esseri umani - dice - di vite, e i ragazzi di oggi, lo vediamo sono spesso sconnessi con la realtà e troppo condizionati dai social. Sembra che tutti debbano essere al di sopra, fighissimi, dai vestiti alle location. Il dialogo viene meno, occorre recuperarlo".

(Unioneonline/v.l.)
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