Una lunga ed accorata intervista, densa di emozioni, è quella rilasciata da Asia Argento a Silvia Toffanin.

L'attrice e regista, al centro della cronaca degli ultimi mesi per le vicende relative al movimento #MeeToo, al suicidio del compagno Anthony Bourdain e alle presunte molestie ai danni dell’attore Jimmy Bennett, si racconta ai microfoni di "Verissimo" senza veli.

Per lei, un anno difficile, in cui è passata dall'essere paladina dei diritti delle donne a presunta molestatrice, un periodo decisamente travagliato da cui fatica a rialzare la testa e che la partecipazione a X Factor, poi bruscamente interrotta, non è in alcun modo servita.

WEINSTEIN – Circa le denunce di molestie relative a Weinstein, Asia dichiara di non pentirsi di averle fatte. E riferendosi al suo discorso contro il produttore dal palco di Cannes afferma: "Il mio è stato un gesto kamikaze. Credo di aver dato fastidio ai potenti e ora sto pagando. E' stato un momento molto forte della mia vita, ma non ho più la forza di aiutare gli altri". L'attrice pensa anche di “aver pagato più di tutti in questa battaglia".

LE MOLESTIE - Poi una riflessione sulla sua vita, e sulle ferite lasciate dalle molestie, non solo quelle di Weinstein ma anche quelle ricevute quando ancora era minorenne. "Vado dall'analista da tanti anni – ha confidato a Silvia Toffanin -. Ho subito conseguenze nel mio rapporto con gli uomini, ho sofferto di ansia e di disturbi post traumatici. A 16 anni ero stata già molestata su un set: andavo a lavorare da sola ed ero una preda più facile".

Quanto al lutto per il suicidio del compagno la Argento rivela: "Non avevo mai avuto accanto una persona come lui, si prendeva cura di me e dei miei figli". L'ultima telefonata il giorno prima della morte: "Al telefono aveva una voce strana – racconta Asia – ma mi disse che aveva solo mangiato e bevuto un po' troppo. Aveva scritto e detto in tv qualcosa sul suicidio, ma io credevo fosse solo un pensiero romantico".

BENNET – Quanto alle accuse da Bennet, la risposta è lapidaria: "Solo una persona disperata può fare un gesto così schifoso come una lettera di ricatto - spiega -, una cosa inventata di sana pianta per estorcere denaro al mio compagno".

(Unioneonline/v.l.)
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