Dall'inizio della crisi abbiamo lavorato tramite la rete diplomatico-consolare per individuare sui mercati internazionali possibili fornitori del materiale richiesto dalla Protezione civile dando priorità a dispositivi di protezione personale come mascherine, ventilatori ad alta intensità per la respirazione assistita e più recentemente bombole di ossigeno. Sono le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ieri in Aula alla Camera, durante il question time, sollecitato a fornire chiarimenti sugli approvvigionamenti di dispositvi medici e di protezione individuale (DPI) provenienti dall'estero dall'interrogazione a prima firma del deputato sardo pentastellato Pino Cabras. "L'Italia ha anche attivato i meccanismi di assistenza in ambito NATO e Unione europea", ha proseguito Di Maio. "Faccio solo presente che dall'estero ad oggi sono arrivate circa 30 milioni di mascherine, di cui 22 milioni dalla Cina". "Abbiamo finora raccolto oltre 600 segnalazioni di potenziali fornitori da più di 60 Paesi e organizzazioni internazionali". "Per dare l'idea di quanto sia stato ampio lo spettro della solidarietà internazionale, gli aiuti finora garantiti sono arrivati da Albania, Cuba, Francia, Germania, Giappone, India, Polonia, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Singapore, Stati Uniti, Turchia, Ucraina e Vietnam. L'Italia non è sola", ha concluso Di Maio". Ha replicato al ministro Iolanda Di Stasio (M5S), cofirmataria dell'atto: "Il doloroso momento che stiamo affrontando ci porta a rafforzare alcune considerazioni da lei fatte e a richiedere che le misure predisposte siano seguite da controlli serrati per tamponare una tragedia che ad oggi purtroppo non sembra ancora aver fine".

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