Da un lato l'emergenza abitativa, dall'altro i

disagi degli studenti dell'Università di

Cagliari che aspirano a diventare

insegnanti. Con due interrogazioni, una rivolta

al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede,

l'altra al titolare dell'Istruzione Lorenzo

Fioramonti, il deputato di Fratelli d'Italia

Salvatore Deidda porta all'attenzione della

plenaria di Montecitorio due temi caldi del dibattito regionale e

nazionale.

Nel primo atto, presentato nella seduta di lunedì 11 novembre

insieme ai colleghi Davide Galantino e

Ciro Maschio, il deputato sardo affronta il tema

del pignoramento degli immobili e

dell'attuazione del Piano casa, l'ammortizzatore

sociale pensato per acquistare gli immobili pignorati e messi

all’asta per riaffidarli in locazione, a un canone

sostenibile, a coloro che hanno subito il pignoramento

dell’abitazione, favorendone anche il riacquisto.

L'interrogazione si sofferma sulla formulazione del terzo e

dell’ottavo comma dell’articolo 560 del codice

di procedura civile che prevedono che, in caso di pignoramento,

il giudice non possa disporre che il debitore o i suoi familiari

lascino la casa prima della pronuncia del decreto di

trasferimento come previsto dell’articolo 586. Questa

norma, tuttavia, si applica solo alle esecuzioni

successive al febbraio 2019, data di entrata in

vigore della legge 12/2019 , di conversione del decreto

cosiddetto "semplificazioni". I deputati chiedono al ministro

Bonafede di modificare l'articolo 560 in modo che possa essere

applicato anche alle azioni esecutive iniziate prima

dell’entrata in vigore della legge, come del resto

alcuni tribunali stanno già autorizzando a fare, creando però

orientamenti giurisprudenziali diversi. Riguardo al Piano

casa, poi, che permetterebbe di gestire in maniera più

funzionale il problema abitativo, si chiede al governo

di incentivare la partecipazione di altri soggetti al fondo

dedicato, e di prevedere che coloro che aderiscono al piano

possano al contempo beneficiare della sospensione delle procedure

esecutive.

Al ministro dell'Istruzione, invece, Deidda ha chiesto

chiarimenti riguardo una vicenda che sta interessando numerosi

aspiranti docenti della scuola secondaria di primo e

secondo grado, iscritti all'università di

Cagliari. Per partecipare al concorso

pubblico nazionale, infatti, occorre

accumulare almeno 24 crediti formativi

nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e

tecnologie didattiche, ma l’Università di Cagliari, oltre a

non organizzare i percorsi formativi relativi a questi crediti,

non starebbe procedendo al rilascio delle certificazioni

per gli esami già sostenuti. Questo, di fatto,

impedirebbe agli studenti cagliaritani di partecipare al concorso

costringendoli a ripetere gli esami in altre università, spesso

telematiche, con costi e tempi aggiuntivi.
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