Ci siamo. Si ritorna all'ora solare. E per qualcuno adattarsi ai nuovi ritmi del sonno non è facilissimo. Se questo fenomeno dura comunque pochi giorni, diversa è la situazione se il riposo notturno diventa spesso un'utopia. Addirittura, ci sono evidenze che l'insonnia che si mantiene nel tempo diventa un fattore di rischio per il cuore. A ricordarlo sono gli esperti presenti al Congresso "Conoscere e curare il cuore" organizzato dalla Fondazione Centro per la lotta contro l'infarto. Sia chiaro: a oggi non ci sono ancora conferme precise su una vera e propria relazione causale tra deprivazione di sonno e rischio cardiovascolare, ma le osservazioni epidemiologiche e le ricerche in laboratorio segnalano che chi dorme poco (o anche male) alla lunga mette in pericolo cuore e arterie. Le poche ore di sonno, così come un sonno di scarsa qualità, sono associati a significative alterazioni di diversi sistemi biologici. In particolare si modificherebbero alcuni meccanismi di controllo che entrano in gioco nei processi della coagulazione, nella comparsa di resistenza all'insulina e nell'infiammazione, tutti elementi che in qualche modo possono accentuare i rischi per la circolazione. Un esempio? In chi dorme poco o comunque male si rischia di avere una sorta di eccesso di attivazione del sistema che porta a un incremento della produzione di adrenalina, con conseguente maggior rischio di ipertensione: le arterie tendono a farsi più strette e rigide, il cuore batte più velocemente e, per buon peso, si aggiunge anche il rischio che diventi più facile trattenere il sale. Questo non è un problema solamente estetico, ma anche circolatorio visto che questa condizione facilita la ritenzione di liquidi all'interno dei vasi e il conseguente aumento pressorio. Capitolo peso: la deprivazione di sonno facilita lo sviluppo di obesità attraverso un alterato rilascio di grelina e di leptina, i principali responsabili dell'aumentato senso di fame, con conseguente incremento ponderale facilitato.

Cosa succede in pratica lo dice una ricerca apparsa su Journal of the American College of Cardiology: su quasi 4000 soggetti, anche attraverso sistemi di studio delle arterie coronariche, delle femorali e delle carotidi, si è visto chi dormiva meno di sei ore aveva una probabilità del 27 per cento maggiore di avere aterosclerosi diffusa in diversi distretti rispetto a quelli che dormivano dalle sette alle otto ore. Fate buon riposo, insomma. Ne va della salute!

Federico Mereta
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