La Sardegna, grazie agli sforzi dei veterinari, è riuscita a mettere sotto controllo la più insidiosa delle zoonosi: l’echinococcosi. Il cane è l’ospite finale di questa tenia che non ha alcun effetto sui nostri amici pelosi ma che è pericolosissima per l’uomo. Una volta introdottasi nel nostro organismo forma cisti che possono posizionarsi nel cervello, nel polmone, nel fegato e nel rene. L’intervento chirurgico è indispensabile e non sempre l’operazione garantisce la guarigione. Col tempo, i veterinari hanno convinto i pastori a non alimentare i loro cani con le interiora crude degli ovini e dei bovini, dove la tenia si annida. Interrotta la catena, ora questa patologia è sotto controllo.

L’echinococcosi per anni è stato un autentico flagello. Negli ambienti pastorali questa patologia era frequentissima. La tenia passava attraverso le feci del cane all’uomo e poteva diventare letale. In particolare, si correvano rischi con la verdure contaminate dalle feci del cane infetto e non lavate.

«In generale», spiega Piero Frongia, presidente dell’Ordine provinciale di Cagliari dei medici veterinari, «un cane o un gatto vaccinato, tenuto in buone condizioni non è un pericolo per l’uomo. È sufficiente osservare le normali norme igieniche, come lavarsi le mani dopo aver toccato il proprio animale».

Nessun problema di rabbia, invece, nell’Isola. «Da decenni non si registrano casi in Sardegna», dice Frongia. Ma attenzione, per portare un cane dalla Sardegna all’estero è comunque richiesta la vaccinazione antirabbica.
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