L'aula del Senato ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza sulla riforma del Mes e sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in vista del prossimo Consiglio europeo. Il documento ha avuto 156 voti favorevoli, 129 contrari e 4 astensioni.

Nove senatori del Movimento non hanno partecipato al voto (quattro erano giustificati), due - Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato - hanno votato contro.

Ma passato il primo ostacolo, c'è un altro fronte che in questo momento fa tribolare Palazzo Chigi. E' quello del Recovery Fund, con Matteo Renzi che attacca frontalmente il premier Giuseppe Conte e lo sfida dicendosi pronto a far cadere il governo se l'utilizzo del Recovery Fund non sarà discusso in Parlamento e sarà nelle mani dell'ennesima task force.

"I 18 senatori di Italia Viva le augurano buon lavoro e la invitano a schierare l'Italia dalla parte dell'europeismo, la riforma del Mes è un passo avanti che va nella giusta direzione", comincia così il discorso dell'ex presidente del Consiglio.

Ma il Mes non basta, perché "occorre dirsi le cose in faccia perché serve". "I duecento miliardi (del Recovery, ndr) sono una conquista ma anche una grande responsabilità, noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance con uno strapuntino. Non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia uno nostro. Vogliamo che di fronte ai 200 miliardi da spendere o il Parlamento fa un dibattito vero oppure perdiamo la dignità delle istituzioni, perché un governo non può essere sostituito da una task force. Dove sono i sindaci, dove sono i sindacati, dove sono le associazioni di categoria?".

Attacco anche sui fondi destinati alla sanità, 9 miliardi secondo una prima ripartizione decisa dall'esecutivo: "Troppo pochi, ce ne vogliono il doppio, il triplo. Anzi, dico una cifra: ne servono 36 di miliardi, quelli del Mes".

Applausi anche dagli scranni della Lega per Matteo Renzi, che pone "problemi di metodo e di merito".

E chiude con un duro attacco rivolto anche a Casalino: "Se i suoi collaboratori telefonano ai giornali per dire che vogliamo una poltrona in più, sappia che se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre, due da ministro e una da sottosegretario, nostra a sua disposizione. Se invece vuole ragionare sul serio spieghi che questo non è un talk show, non è il Grande Fratello, ma la politica".

CONTE - "La politica non verrà commissariata", ha assicurato Conte dopo parlando con i giornalisti. "Ma dobbiamo assicurare tempi certi velocità: non c'è scritto da nessuna parte quanti manager ci dovranno essere, ma serve una struttura per assicurare il monitoraggio dei cantieri e il rispetto dei tempi, è assolutamente necessaria. Faremo un apposito decreto legge su cui ci confronteremo in Consiglio dei ministri e troveremo la formula giusta, coinvolgendo anche in Parlamento", ha aggiunto, dicendosi "tranquillo" sulla tenuta dell'esecutivo.

Ancora: "C'è stato un colossale fraintendimento sulla struttura di missione per il Recovery, che deve avere compiti di monitoraggio senza sottrarre poteri e competenze ai ministeri".

"Conte farà marcia indietro", si è detto sicuro Matteo Renzi a Porta a Porta.

(Unioneonline/L)
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