Mercoledì 9 dicembre il governo Conte si gioca tutto sul Mes. E Giuseppe Conte rischia di cadere rovinosamente per mano dei 5 Stelle.

Una corsa a ostacoli molto complicata, tanto che un esponente di primo piano della maggioranza ironizza: "Se il governo supera questa fase arriviamo al 2050".

Mercoledì al Senato si vota sulla riforma del Mes. I numeri non sono disperati, ma i frondisti del Movimento 5 Stelle rischiano di fare lo sgambetto decisivo al governo: la maggioranza ballta tra 166 e 168 (con i senatori a vita Monti e Cattaneo), e c'è l'incognita Forza Italia, dove più di qualcuno potrebbe disobbedire all'ordine di scuderia del no al Mes e sganciarsi dall'asse Lega-Fdi.

C'è anche da valutare come saranno le defezioni del Movimento: alcuni senatori voteranno no o si appelleranno all'escamotage dell'assenza in Aula? Ai vertici M5S la pazienza è finita, Di Maio ha detto chiaramente che quello del 9 dicembre è un voto decisivo per la tenuta del premier: "Basta polemiche", avverte, lasciando intendere che chi vota contro un minuto dopo sarà fuori dal Movimento.

Va chiarito che non si vota sull'attivazione del Mes per l'Italia, ma sulla riforma del meccanismo varata in Europa. I grillini per accontentare i malpancisti vogliono inserire nella risoluzione un chiaro "no" all'attivazione del Mes per l'Italia, ma Pd e Italia Viva non lo permetteranno.

Quello che succederà mercoledì "dipende tutto dai 5S", sottolinea Renzi, specificando che "non è un problema del Pd né di Italia Viva".

E un duro botta e risposta tra lo stesso Renzi e Crimi agita ulteriormente la maggioranza: "E' allucinante non prendere il Mes, si rispramiano 300 milioni l'anno", sottolinea l'ex premier replicando a Crimi che sostiene come, al posto del Mes, si possa fare un nuovo scostamento di bilancio "per non ipotecare il futuro degli italiani".

Il premier si mostra sicuro ("Il governo non cadrà") ma deve fare i conti anche con le richieste di rimpasto che arrivano dalla maggioranza.

"Conte ha detto che ha i migliori ministri, contento lui contenti tutti, ma serve un salto di qualità e lo diremo in Aula", avverte Renzi.

Conte dice "no" al rimpasto ma al tempo stesso apre, chiedendo che chi ambisce a ruoli di governo esca allo scoperto: "Se una forza dovesse ravvisare l'opportunità di migliorare la sua squadra, questo sarebbe un altro discorso".

Ma ora i riflettori sono tutti puntati sul 9 dicembre: "Se Conte va sotto il governo cade, ma non credo che il M5S lo impallinerà in Parlamento assumendosi la responsabilità di mandarlo a casa".

(Unioneonline/L)
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