Alessandro Di Battista candidato alle suppletive sarde che a settembre (con tutta probabilità) dovranno eleggere il senatore o la senatrice che andrà a sostituire la pentastellata Vittoria Bogo Deledda, morta lo scorso 17 marzo.

Al momento si tratta di un'ipotesi, caldeggiata da diversi esponenti pentastellati ma respinta dal diretto interessato, che sembra più interessato a scalare la leadership M5S, come testimonia lo scontro dei giorni scorsi con Beppe Grillo.

"Abbiamo bisogno di te, devi candidarti per aiutarci a rilanciare il Movimento", è l'appello di un gruppo di senatori e senatrici M5S, che invocano il ritorno di uno dei leader più in vista.

Il collegio è quello di Sassari, l'offerta avrebbe l'appoggio del senatore Licheri e della vicepresidente del Senato Paola Taverna, che ha già avuto un confronto con Dibba. L'ex deputato avrebbe declinato l'offerta, ma la partita è tutta da giocare.

Almeno due le criticità da superare. La territorialità della candidatura, cavallo di battaglia M5S, visto che Di Battista è romano. Ma deroghe sono state già concesse alle politiche. E la regola del doppio mandato, che precluderebbe all'ex deputato una successiva ricandidatura. Ma la via d'uscita si trova sempre: dopo il "mandato zero" coniato da Luigi Di Maio, si parla del "mezzo mandato".

Ostacoli facilmente sormontabili. Bisogna però capire le intenzioni di Di Battista, più orientato a scalare il Movimento e conquistarne la leadership che ad ottenere un seggio che sembra servire più che altro a renderlo "mansueto" nei confronti dell'alleanza Pd-M5S.

"Alessandro non è interessato a poltrone o incarichi, avrebbe avuto già altre occasioni. Ora gli interessa solo individuare nuovi obiettivi per rafforzare il Movimento. Per Sassari credo si dovrebbero sempre consultare i nostri iscritti", è il commento di Barbara Lezzi, molto vicina alle posizioni di Di Battista.

(Unioneonline/L)
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