Torna Alessandro Di Battista. Attacca Renzi e Salvini, prova a dettare la linea al Movimento 5 Stelle e annuncia: "La passione per la politica è sempre fortissima e alle prossime elezioni politiche ci sarò", dice in un'intervista al Fatto Quotidiano. Poi, per chiarire di essere tornato in pista, fa anche un post "politico", il primo dopo mesi.

"Dico una cosa ai miei ex colleghi del Movimento: accelerate. Soprattutto adesso: Luigi lo sta facendo e lo sostengo per questo. Accelerate su conflitto d'interessi, su nazionalizzazione di Autostrade, sulla commissione di inchiesta sul finanziamento ai partiti, sul recupero dell'Imu dalla Chiesa. Vedrete che i renziani voteranno tutte le nostre proposte anche perché, se si dovesse andare ad elezioni adesso, non solo prenderebbero meno voti di Calenda, ma molti di loro perderebbero l'immunità e mai come ora credo ne abbiano bisogno", scrive il giramondo che aveva annunciato, senza dare seguito, un suo lungo viaggio in India. Quanto al Mes, "rispetto Conte ma se fossi parlamentare voterei contro", si limita a dire.

"Le mie idee - chiarisce - sono sempre le stesse, non voglio portare il Movimento a destra. Per me i Renzi e i Salvini sono incredibilmente simili, sulla politica economica, sulle privatizzazioni e sulla politica estera la pensano allo stesso e identico modo".

Al momento tuttavia, a finire a processo potrebbe essere proprio lui, il gip di Messina ne ha chiesto l'imputazione coatta per diffamazione, dopo la querela del deputato regionale Luigi Genovese, che lo ha accusato di aver usato contro di lui "una vera e propria campagna diffamatoria".

Di Battista, si legge nell'ordinanza del gip, avrebbe accusato Genovese di aver ottenuto dei voti ricattando alcuni elettori, dicendo che se non avessero votato per lui avrebbero perso il lavoro. Senza prove. "Ero certo - è il commento di Genovese - che sussistessero elementi sostanziali per considerare altamente diffamatorie quelle dichiarazioni".
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