Con 169 voti favorevoli, due in meno rispetto al Conte I, il Conte II ha incassato la fiducia anche al Senato. Su 307 senatori votanti in 133 si sono detti contrari, cinque gli astenuti.

Scroscio di applausi dai senatori della maggioranza mentre il premier ha abbracciato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, seduto accanto a lui: "Al lavoro con coraggio e determinazione", ha twittato poi.

LA GIORNATA - Durante il dibattito è stato scontro aperto tra il presidente Giuseppe Conte e Matteo Salvini, che ieri si sono attaccati a distanza e oggi si sono affrontati faccia a faccia con termini molto duri: "C'è qualcuno che, con arroganza e scarso senso istituzionale, ha deciso arbitrariamente di concentrare nelle proprie mani pieni poteri", ha detto il premier riferendosi al segretario della Lega.

"Assegnare ad altri le proprie colpe non è da leader", ha scandito il premier, anche questa volta contestato dai banchi della Lega, come è accaduto ieri alla Camera. "Assegnare ad altri le proprie colpe è il più limpido, lineare percorso per rimanere deresponsabilizzato a vita, per non confrontarsi con le conseguenze delle proprie decisioni. Un modo certo, non il migliore, per conservare la propria leadership e scacciare via gli errori politici".

"Poi con calma - ha ribattuto al grido di 'dignità' dei leghisti - spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane".

SALVINI: "CONTO DI TORNARE" - Salvini, dal suo scranno di senatore, non è stato da meno, definendo il premier per tutta la durata del suo intervento "Conte-Monti": "Non la invidio, presidente. Si vede quando uno ha il discorso che gli viene da dentro e quando invece deve leggere un compitino a cui non crede neanche lui. Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Renzi, Monti". "Torno a casa con una poltrona di meno - ha detto - ma con tanta dignità in più. Lascio voi a giudicare se questa operazione è di verità, e di coscienza: milioni di italiani non la pensano così".

Sono quelli che ha incontrato in piazza ieri, nella manifestazione di protesta a Montecitorio contro il governo giallorosso: "C'è un'allergia di una certa sinistra al popolo, quasi che ormai sia un delitto andare in piazza. Abituatevi alle piazze, siete minoranza nel Paese: voi siete maggioranza solo nei giochi di palazzo per salvare le poltrone. Chi non vuole il voto non ha la coscienza a posto".

Poi il riferimento alla vicenda di Bibbiano ("Per noi la famiglia è al centro: è un minimo di civiltà giuridica dire che il bimbo che ha una mamma e un papà non deve essergli sottratto"), e il no alla droga ("Se qualcuno pensa di portare in Aula lo Stato spacciatore, dovrà passare sul nostro corpo").

Infine l'appello al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ("Mi auguro che non si pieghi ai ricattucci della sinistra cancellando i decreti sicurezza perché farebbe il male di questo Paese") e l'augurio: "Conto di tornare a fare il ministro il prima possibile".

(Unioneonline/D)

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Salvini: "Siete minoranza nel Paese"

La protesta della Borgonzoni: "Parliamo di Bibbiano"

La senatrice Segre: "Voto sì"

La Bonino: "No a un governo diversamente populista"

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