Il governo giallorosso ha ottenuto la fiducia alla Camera, dopo una complicata seduta di tante accuse e poche scuse.

L'ok è passato con 343 sì, 263 i no, gli astenuti sono stati tre.

La palla passa ora al Senato, dove la partita per il Conte bis sarà numericamente più complicata.

LA GIORNATA - "Sono soddisfatto", ha commentato il premier, anche se per lui non è stato facile arrivare alla fine della giornata: fuori dal Palazzo Giorgia Meloni e Matteo Salvini aizzavano la piazza contro "i poltronari dell'inciucio" invocando "elezioni, subito".

Dentro il clima non era tanto diverso, con i deputati dell'opposizione che lo hanno interrotto decine di volte: "Venduto", "poltrona", "elezioni", hanno scandito, impedendogli di andare avanti.

Tutto nonostante il suo appello ad abbassare i toni: "Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano", aveva detto citando Saragat. E ancora: "Io e tutti i miei ministri prendiamo il solenne impegno, oggi davanti a voi, a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono e più rispettoso delle persone, della diversità delle idee. La lingua del governo sarà mite, l'azione non si misura con l'arroganza delle parole".

Niente da fare: anche durante la sua replica, nel pomeriggio, è stato subissato dalle grida nonostante i tentativi del presidente della Camera Roberto Fico di riportare la calma. Furioso, ha messo da parte l'invocata pacatezza e rinfacciato alla Lega di aver avuto "reazioni emotive" e ceduto a "proclami", di essere "coerente" solo con le proprie "convenienze elettorali".

"Avete parlato di tradimento ma ripetere all'infinito queste parole non potrà cambiare la realtà dei fatti: questa è una grande mistificazione. Il fatto di pensare che una singola forza politica o addirittura il suo leader possa decidere ogni anno a suo piacimento o addirittura a suo arbitrio di poter portare il Paese alle elezioni è irresponsabile", la stoccata.

L'OPPOSIZIONE - Le dichiarazioni di voto sono state altrettanto violente: "Volgare è imbullonarsi alla poltrona", il grido di Giorgia Meloni, che quasi perde la voce denunciando "manovre di palazzo" e lanciando l'anatema: "Sarete travolti da un'Italia libera e sovrana". Riccardo Molinari della Lega attacca il premier: "Aveva detto che sarebbe stato avvocato del popolo, è stato avvocato di se stesso".

Domani sarà Matteo Salvini in persona a intervenire in aula al Senato, dove la situazione non è così scontata come oggi: al momento il pallottoliere è fermo su quota 168. Sono 12 i voti incerti, tra cui tutti i senatori a vita.

(Unioneonline/D)

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