"Mi sto preparando al discorso di martedì al Senato. Parlerò ai senatori ma anche ai sessanta milioni di italiani per spiegare che sta accadendo: il re è nudo".

Diretta social per Matteo Salvini nella domenica postferragostana, in cui il vicepremier attacca la possibile alleanza, scenario sempre più realistico, tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico per salvare il governo dal voto.

"Se qualcuno ha deciso ribaltoni e inciucioni - ha detto su Facebook Salvini, che non ha nessuna intenzione di essere messo in un angolo - allora lo dica ad alta voce. Se non c'è un governo la via maestra sono le elezioni. Altrimenti ci si risiede al tavolo e si lavora".

"Le trattative sottobanco che si facevano nel buio delle stanze - ha aggiunto - ora si fanno alla luce. Con un governo Renzi, Prodi, Boschi, avremo i porti stra-aperti. Ma gli italiani non si meritano il ritorno di un Renzi qualunque... Renzi e Boschi sono il passato, non perché lo dice Salvini ma l'hanno detto milioni di italiani in tutte le elezioni".

"O governo o voto", il semplice aut aut. "Se qualcuno vuole regalare agli italiani un futuro fondato sul passato, sui porti aperti, sul Jobs Act, sulla Fornero, avrà in me un avversario senza paura".

Tutto si gioca martedì, dunque, quando sono previste al Senato le comunicazioni del presidente del Consiglio. Che ha davanti tre possibili opzioni: fare le comunicazioni e attendere gli sviluppi del dibattito per decidere la mossa successiva; parlare e poi annunciare che si recherà al Quirinale a dimettersi; intervenire chiedendo un voto di fiducia sulle sue comunicazioni.

Salvini, dal canto suo, sembrerebbe intenzionato a presentare comunque la risoluzione di sfiducia a Palazzo Madama, dicono fonti della Lega. Ma c'è anche chi parla di un "colpo di scena" in Parlamento, che potrebbe far girare dall'altra parte il boomerang lanciato del leghista.

Dietro l'angolo l'opzione governo di scopo, con tempi e programma certi, a cui potrebbe partecipare anche la Lega. Anche questa è una voce, mentre è certo che il "partito del non voto" sta diventando sempre più potente. Renziani e cinquestelle ne costituiscono la spina dorsale, ma potrebbe aggiungersi forse anche Forza Italia, nel caso la Lega non dia garanzie.

(Unioneonline/D)
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