"Anche io porto i tacchi e mi piace qualche scollatura, una donna si veste come vuole e non deve certo rinunciare alla propria femminilità". Carla Medau, sindaco di Pula, sa delle polemiche suscitate dall'abbigliamento di Desirè Manca in Consiglio regionale, di quella blusa semi-trasparente che tanto fa parlare in queste ore.

Tuttavia, sottolinea Medau, "nei luoghi istituzionali va rispettata la regola del decoro. È una questione di rispetto per il proprio ruolo e per l'istituzione stessa". Per esempio durante le sedute del Consiglio comunale di Pula "ho sempre richiamato a un abbigliamento consono: anche i jeans sono vietati".

"Mi si deve giudicare solo per il mio lavoro, non per come mi vesto" erano state le dichiarazioni di Manca in risposta alle prime critiche.

"Dimostrerà quel che vale anche in Consiglio regionale - la difende Manuela Corda, deputata dei Cinque Stelle - e ben presto neanche lo si noterà più come si veste". "Non sto a giudicare Desirè per come si veste, conta il fatto che sia una persona in gamba, molto operativa e pragmatica - aggiunge -. L'ha dimostrato durante i cinque anni in consiglio comunale a Sassari, lo dimostrerà presto anche in Consiglio regionale".

Sull'altro fronte c'è Anna Maria Busia, avvocato, dirigente del Centro democratico ed ex consigliere regionale: "In Aula non ci si può presentare così: si manca di rispetto all'istituzione. Ci sono delle regole improntate al senso di decoro. Una volta durante una seduta avevo freddo e ho messo il cappotto: sono stata ripresa e invitata a toglierlo". E la regola vale anche in tribunale: "È la prima cosa che dico ai praticanti, uomini e donne: uno non si può presentare in bermuda o senza giacca. E le donne non certo con una maglia trasparente".
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