"Sono estremamente tranquillo". Queste le prime parole di Nicola Zingaretti, neosegretario del Pd, dopo le voci sulla sua iscrizione sul registro degli indagati a Roma per un presunto finanziamento illecito, notizia lanciata da L'Espresso.

"Mai nella mia vita - ha aggiunto - ho ricevuto finanziamenti in forma illecita e attendo quindi con grande serenità che la giustizia faccia tutte le opportune verifiche per accertare la verità".

"Quanto al Movimento 5stelle e alle loro scomposte dichiarazioni ("bel battesimo" è il commento in una nota dei pentastellati, ndr): comprendo la loro disperazione per il disastro politico che stanno combinando, per essere da mesi succubi del loro alleato di governo, per essere in caduta libera nel gradimento dei cittadini e per le batoste elettorali avute in Abruzzo e Sardegna. Ma se pensano di aggrapparsi alle fantasie di qualcuno sbagliano di grosso. Non mi faccio intimidire da chi utilizza queste bassezze. Se ne facciano una ragione".

A fare il nome di Zingaretti sarebbe stato l'avvocato Giuseppe Calafiore: "Il governatore è stato citato dal socio di Amara in un interrogatorio dello scorso luglio, in merito ad alcune domande dei pm su Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone che, diventato imprenditore, era in affari con lo stesso Amara e in buoni rapporti con il presidente della Regione Lazio", dice L'Espresso.

"Centofanti è un lobbista che a Roma è dotato di un circuito relazionale di estrema importanza: magistrati, politici, appartenenti al Consiglio superiore della magistratura, spiega Calafiore a verbale. Peraltro lui era sicuro di non essere arrestato perché riteneva di essere al sicuro in ragione di erogazioni che lui aveva fatto per favorire l'attività politica di Zingaretti".

Quindi alla domanda dei pm in merito alla liceità delle erogazioni, Calafiore ha risposto: "Assolutamente no, per quanto egli mi diceva. Non so con chi trattava tali erogazioni. Lui mi parlava solo di erogazioni verso Zingaretti. Mi disse che non aveva problemi sulla Regione Lazio perché Zingaretti era a sua disposizione. Me lo ha detto più volte, prima della perquisizione".

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata