"L'America chiede giustizia, il mondo intero ci sta guardando": ad affermarlo è Benjamin Crump, uno degli avvocati che rappresentano la famiglia di George Floyd, l'afroamericano ucciso a Minneapolis per una banconota da 20 dollari contraffatta dall'ex agente di polizia Derek Chauvin e divenuto il simbolo del movimento Black Lives Matter.

Grande commozione davanti al tribunale di Minneapolis dove sta per iniziare il processo per la morte. I membri della famiglia della vittima, insieme ai legali e alle decine di persone presenti, si sono inginocchiati per 8 minuti e 46 secondi, il lasso di tempo in cui l'ex agente di polizia Derek Chauvin ha tenuto il suo ginocchio premuto sul collo di Floyd uccidendolo.

Il processo per la morte è un vero e proprio "referendum sulla giustizia americana", per vedere se negli Stati Uniti possano essere garantiti "giustizia e uguaglianza per tutti" hanno ancora affermato i legali della famiglia.

Il video della morte di Floyd, a terra per 8 minuti e 46 secondi con il ginocchio di Chauvin sul collo fino a soffocarlo, ha risvegliato la coscienza degli americani e spinto milioni di persone negli Stati Uniti e nel mondo a scendere in piazza per settimane per dire basta al razzismo accanto al movimento Black Lives Matter, di cui "Big Floyd" è divenuto una vera e propria icona.

Il processo è uno dei casi di più alto profilo contro la polizia violenta dal 1991, ovvero da quando l'afroamericano Rodney King fu brutalmente picchiato da quattro agenti a Los Angeles. Da allora diversi afroamericani sono morti nelle mani della polizia e gli agenti responsabili l'hanno per lo più fatta franca, come nei casi di Eric Garner, Breonna Taylor e Daniel Prude. Ora è la volta di Chauvin, ex veterano del dipartimento di polizia di Minneapolis.

Il timore è che, anche in questo caso, non arriverà la giustizia auspicata, innescando una nuova ondata di proteste violente. Proprio per questo Minneapolis si presenta blindata all'avvio del processo, consapevole di avere addosso gli occhi di tutta l'America.

"La gente non ha molta fiducia su una sua condanna. Abbiamo visto questo film già molte volte, potremmo recitarne le battute", dice con triste sarcasmo il pastore Brian Herron, della Zion Baptist Church nel quartiere della comunità afroamericana di Minneapolis.

(Unioneonline/v.l.)
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