Sono 1.386 i fermi effettuati dalla polizia in Russia e nella sola giornata di ieri per le proteste non autorizzate a sostegno di Alexey Navalny.

Lo sostiene l'ong OVD-Info nel suo ultimo bollettino, diramato nel cuore della notte.

LE PROTESTE - Dopo l'annuncio della sentenza molti seguaci dell'oppositore, incoraggiati dal suo staff, si sono riversati nelle strade di Mosca e San Pietroburgo, per esprimere il loro scontento.

La polizia, stando a diversi resoconti, ha reagito a tratti in modo molto violento.

Nel frattempo, l'occidente intero si è mobilitato per la liberazione del dissidente russo, condannato a 2 anni e 8 mesi con l'accusa di aver violato i termini della libertà vigilata. "Questo processo è un teatrino e Putin passerà alla storia come l'avvelenatore", ha tuonato ieri Navalny in aula in un breve discorso, a tratti drammatico.

DURA CONDANNA - L'urlo dell'Occidente contro la condanna ha colpito come uno schiaffo il Cremlino, che risponde con lo stesso tono: non accettiamo ingerenze. Abbandonata ogni cautela diplomatica, è dunque scontro aperto sulla vicenda tra Europa e Stati Uniti da una parte e Mosca dall'altra.

I vertici Ue sono scesi in campo con tutte le voci di cui dispongono. "Condanno la sentenza nei confronti di Alexei Navalny con la massima fermezza", scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che chiede "alla Russia di rispettare i suoi impegni internazionali e di rilasciarlo immediatamente e incondizionatamente". L'Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, che chiede il "rilascio immediato" definisce la condanna "contraria agli impegni internazionali della Russia in materia di stato di diritto e libertà fondamentali". "La giustizia non deve essere politicizzata", sottolinea il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Interviene anche il presidente dell'Europarlamento David Sassoli che ribadisce la richiesta "unita" dell'Europa per il rilascio e chiede la fine della "persecuzione e la violenza contro i manifestanti".

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LA VOCE DELL'OCCIDENTE - Ma sono anche le singole cancellerie che protestano con una sola voce. Dall'Italia la Farnesina "esprime forte preoccupazione dinanzi a tali sviluppi, che contrastano con i principi basilari di democrazia e stato di diritto", pur confermando che l'Italia "resta un coerente sostenitore del dialogo e della cooperazione tra l'Ue e la Russia". Se per il presidente francese Emmanuel Macron la condanna di Navalny è "inaccettabile", per la cancelliera tedesca Angela Merkel è contro le "regole dello stato di diritto" ."Il rilascio immediato e senza condizioni" di Navalny e la liberazione di tutti i dimostranti viene chiesto anche dal ministro degli Esteri britannico Dominic Raab che parla di "perverso verdetto". Per gli Usa interviene il segretario di Stato Anthony Blixen che chiede "il rilascio immediato e incondizionato" dell'oppositore e riannoda i fili del dialogo euro-atlantico secondo la linea della nuova Amministrazione americana. Sulla risposta da dare alla Russia, ha detto Blixen, Washington si coordinerà con gli alleati. Non si parla ancora, esplicitamente, di nuove sanzioni, ma è evidente che il tema è dietro l'angolo.

Un fuoco di fila, dunque, di dichiarazioni compatte che ha provocato l'ira di Mosca.

"NESSUNA INTERFERENZA" - Le richieste occidentali sono "ingerenze", fa sapere il Cremlino che accusa i Paesi occidentali di essere "disconnessi dalla realtà". Non c'è bisogno di "interferire negli affari interni di uno stato sovrano", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Parole dure che chiariscono alle cancellerie occidentali che Mosca non si sposterà di un millimetro da una decisione sulla quale non c'è alcun margine di mediazione.

(Unioneonline/v.l.)
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