L'America attende con il fiato sospeso l'insediamento del suo 46mo presidente, in un clima di allarme senza precedenti per il rischio di nuovi disordini e proteste armate. E mentre Donald Trump passa il suo ultimo weekend alla Casa Bianca pensando al futuro e pianificando la difesa in caso di impeachment, Joe Biden si prepara al grande giorno e promette una partenza a razzo, con la firma di una raffica di decreti già nell'Inauguration Day, appena messo piede nello Studio Ovale.

Obiettivo immediato di Biden è imprimere una svolta alla lotta alla pandemia, ma anche rottamare quattro anni di trumpismo, ribaltando alcune delle decisioni più controverse prese dal suo predecessore. Dunque, via il divieto d'ingresso da alcuni Paesi a maggioranza musulmana, rientro negli accordi di Parigi sul clima, proroga del blocco degli sfratti e dei pagamenti legati ai prestiti degli studenti universitari, ordine di riunire le famiglie di immigrati separate al confine col Messico, obbligo di usare la mascherina nelle proprietà federali e durante gli spostamenti da uno Stato all'altro.

"Rispetteremo quello che deve essere il vero ruolo di un presidente, appropriato e rispettoso della Costituzione. Le prossime azioni cambieranno il corso della lotta al virus e di quella ai cambiamenti climatici, promuoveranno equità e sostegno alle comunità disagiate, e cominceranno a ricostruire la nostra economia", ha spiegato Ron Klain, scelto da Biden come capo staff della Casa Bianca.

LA POPOLARITA' DEGLI SFIDANTI - Gran parte degli americani sembra dare credito al nuovo presidente che - secondo un sondaggio di Washington Post/Abc - arriva al giuramento con un indice di gradimento elevato e con il 49% dei cittadini convinti che farà la cosa giusta per il futuro del Paese. Mentre il 67% promuove il modo in cui Biden ha gestito la pur difficilissima transizione. Crolla invece la popolarità di Trump, mai così bassa in quattro anni di presidenza, precipitata secondo il Pew Research Center al 29% dopo il tragico assalto al Congresso dl 6 gennaio.

Il 54% degli americani pensa ora che The Donald dovrebbe essere rimosso dall'incarico prima della fine del suo mandato, il 20 gennaio. Ma oramai tale scenario è tramontato, e il presidente uscente, circondato dai suoi legali, si prepara ad affrontare il probabile processo in Senato. Ma anche a mettere a punto una strategia difensiva per il previsto affondo della magistratura su più fronti di indagine. Senza contare i problemi finanziari aggravati dalla pandemia e che rischiano di far crollare l'impero di famiglia, dagli hotel ai resort ai casinò, passando per i campi da golf.

WASHINGTON BLINDATA - Intanto, in attesa dell'Inauguration Day, la tensione è altissima in tutto il Paese. Washington somiglia sempre più a una zona di guerra, fortificata e militarizzata. Sono 9.500 i soldati della Guardia Nazionale finora dispiegati a sostegno delle forze dell'ordine, ma entro mercoledì si arriverà fino a 25 mila uomini. Mentre sono almeno 19 gli Stati Usa che a loro volta hanno attivato la Guardia Nazionale a protezione delle sedi locali delle istituzioni.

(Unioneonline/L)
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