Anche il Regno Unito, come la Francia, entra in lockdown.

Lo ha annunciato il premier britannico Boris Johnson: la stretta partirà dalla settimana prossima, precisamente giovedì 5 novembre fino al 2 dicembre. A differenza della primavera scorsa resteranno però aperte scuole e università.

"Se non agiamo ora" rischiamo di avere "migliaia di morti al giorno", ha detto Johnson evocando il rischio di "un disastro morale" per l'Nhs, il servizio sanitario nazionale, e il Paese. Il primo ministro ha difeso la scelta delle restrizioni locali adottate nelle ultime settimane ma ora è necessario "restare a casa".

Chiuse dunque tutte le attività non essenziali come negozi, attività ricreative e sociali, alberghi, ristoranti, pub e caffè salvo che per i servizi di take-away. Obbligo di smart working per chiunque può farlo. Per il resto bisogna stare a casa salvo che per esigenze fondamentali. Consentita l'attività fisica, ma non si potrà incontrare più di un'altra persona non convivente. Vietate le riunioni in casa fra nuclei familiari diversi.

La svolta è stata motivata da Boris Johnson con l'allarme crescente suggerito dalle ultime proiezioni dei consulenti medico-scientifici: alcuni modelli arrivano a ipotizzare fino a picchi di oltre 4mila morti al giorno se la curva non viene abbassata nelle prossime settimane. Una tendenza che sta accelerando in modo "molto veloce" e rispetto a certi indicatori in misura "esponenziale", come sottolineato dai consiglieri medici di riferimento del primo ministro, Chris Whitty e Patrick Vallance, presenti nella conferenza stampa di stasera a Downing Street accanto a Johnson.

Non mancano le polemiche, tra i sindacati del settore dell'istruzione che invocano anche lo stop a scuole e università e l'opposizione laburista che contesta al governo conservatore di aver resistito troppo a lungo applicando "solo" restrizioni localizzate.

(Unioneonline/D)
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