Il pressing di sindaci e governatori per mettere in lockdown il Brasile non scalfisce il presidente Jair Bolsonaro, che continua ad opporsi a misure di isolamento e restrizione delle attività economiche per combattere la pandemia di coronavirus.

"Alcuni moriranno, è certo. Mi spiace, ma è la vita. Però non si chiude una fabbrica di automobili perché ci sono morti negli incidenti stradali", questo il singolare parallelismo.

In un'intervista televisiva, Bolsonaro ribadisce che "il Brasile non si può fermare a causa di un virus, stanno cercando di mandare il Paese in bancarotta con questo allarmismo".

La migliore medicina contro il Covid-19? "Il lavoro - afferma -, chi può lavorare ci vada, non può nascondersi a casa in quarantena per chissà quanti giorni".

"I contagi degli under 40 sono vicini allo zero, sono insignificanti - continua - per il 90% della popolazione questa sarà un'influenzetta".

Bolsonaro mette in dubbio le cifre di malati e vittime registrate a San Paolo, epicentro dell'epidemia in Brasile: "Ora, capisco che la popolazione è più grande, ma la differenza è troppa rispetto a Rio, io non credo ai numeri di San Paolo e non mi interessa di ascoltare le opinioni di un pappagallo in cerca di audience", afferma riferendosi al governatore dello Stato di San Paolo Joao Doria.

Doria ha fatto da sè, decretando misure di isolamento sociale e dando un freno ad alcune attività economiche. E ha duramente attaccato Bolsonaro: "Forse sbaglia la metà del mondo che sta rinchiusa in casa, e ha ragione solo lui. Dobbiamo arrivare a 5mila morti per capire che spingere la gente ad uscire di casa è un errore?".

Il numero di casi confermati dal ministero della Sanità è salito a 3.407, 502 in più nelle ultime 24 ore. I decessi sono 92, 15 nell'ultimo giorno. Principale epicentro resta San Paolo, con 1.233 casi e 68 morti

(Unioneonline/L)
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