Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale in tutti gli Stati Uniti per contrastare il diffondersi dei contagi da coronavirus.

"Assicureremo massima flessibilità nella lotta al virus" ha detto, spiegando che con questa misura ci saranno a disposizione almeno 50 miliardi di dollari per soccorrere gli Stati più colpiti.

"Chiederemo agli ospedali di preparare dei piani di emergenza, saremo in grado di garantire più test e più posti letto e sconfiggeremo la minaccia" del coronavirus.

Con i 1.900 casi superati in tutto il Paese e almeno 41 morti, l'annuncio è arrivato in risposta alle polemiche sul numero insufficiente di test compiuti negli Usa e in vista del G7 straordinario del prossimo lunedì.

Poche ore fa l'annuncio che aveva destabilizzato completamente la Casa Bianca: il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, e il suo portavoce Fabio Wajngarte, sono risultati positivi ai test del Covid-19.

Entrambi nel weekend scorso erano a Mar-a-Lago, la residenza di Donald Trump a West Palm Beach, in Florida, ma sia il tycoon sia il vicepresidente Mike Pence hanno finora rifiutato di sottoporsi al tampone.

Nonostante la notizia nel caso di Bolsonaro si sia rivelata poi infondata, lo spettro del propagarsi dell'infezione è ormai a Washington.

Ad accrescere la preoccupazione anche l'incontro giorni fa di Ivanka Trump (in autoisolamento) e del ministro della Giustizia americano William Barr con il ministro degli Interni australiano, Peter Dutton, risultato positivo al coronavirus.

Oramai 48 Stati Usa su 50, più il District of Columbia dove si trova la capitale federale Washington, presentano casi di contagio. La situazione più preoccupante del Paese si registra a New York, dove i casi sono raddoppiati in 24 ore sfiorando quota 100 ma con circa 1.800 persone in quarantena volontaria e tanti altri in attesa dei test.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata