Solo pochi giorni fa il Paese sembrava ricompattato contro il nemico americano, in occasione delle impressionanti commemorazioni per il generale Qassem Soleimani.

Ma le proteste contro il regime iraniano sono ricominciate all'improvviso, dopo che Teheran ha ammesso di aver abbattuto "involontariamente" il Boeing ucraino: un "incidente" che ha causato 176 vittime, tra cui ci sono 145 iraniani, compresi quelli in possesso anche della cittadinanza canadese.

Un regime colpevole, agli occhi dei cittadini, non solo per l'abbattimento dell'aereo, ma anche per aver tenuto la verità nascosta per ben tre giorni.

Duri scontri si sono verificati quando la polizia ha usato i lacrimogeni e ha caricato per disperdere la folla che scandiva slogan contro la Guida suprema Ali Khamenei, le Guardie della rivoluzione e la stessa Repubblica islamica.

"Comandante supremo delle forze armate, dimettiti", "Referendum per la Costituzione". Questi gli slogan più in voga, chiaro appello a un cambiamento del sistema di governo.

Manifestazioni con imponente partecipazione giovanile si sono tenute vicino all'università. E in tante celebrità locali - artisti, attori e atleti - hanno postato sulle proprie pagine social messaggi di solidarietà con i manifestanti.

Fiori davanti all'ambasciata iraniana a Kiev (Ansa)
Fiori davanti all'ambasciata iraniana a Kiev (Ansa)
Fiori davanti all'ambasciata iraniana a Kiev (Ansa)
La rabbia è esplosa al tramonto, dopo un'intera giornata trascorsa in stato di choc da molti iraniani per l'ammissione della responsabilità dei pasdaran nell'abbattimento dell'aereo. Mentre sui social spopolavano i volti delle vittime della tragedia: uomini e donne sorridenti, coppie, neosposini, ragazzi e bambini.

A decidere che non si poteva continuare a negare la verità è stata la Guida suprema in persona, Ali Khamenei, dopo una riunione del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale ad altissima tensione.

Un cambio di rotta improvviso che ha lasciato interdetti anche i seguaci più fedeli della Repubblica islamica. Quelle che erano state definite "false accuse" degli occidentali si sono invece rivelate verissime. E Mohsen, 39 anni, membro delle milizie dei volontari islamici che appoggiano i pasdaran, vuole punizioni esemplari: "Non solo per chi ha commesso l'errore fatale, chiediamo anche un processo alle autorità che hanno nascosto i fatti per 72 ore".

(Ansa)
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Sheida, una studentessa di 20 anni, afferma di ammirare Soleimani "per la sua guerra all'Isis" e di essere anche stata favorevole alla rappresaglia di Teheran: "Ma mi sembra di impazzire - dice - quando immagino gli iraniani a bordo dell'aereo e un missile made in Iran che si avvicina".

Anche Atefeh, una signora madre di due figli, è una sostenitrice del regime. "Mio zio e mio cugino - dice - sono morti nella guerra con l'Iraq, ma almeno sappiamo che sono stati uccisi dal nemico. Adesso passeggeri iraniani sono stati uccisi dalle forze iraniane, come fossero stati stranieri nella loro terra".

(Unioneonline/L)

L'AMMISSIONE DI TEHERAN - VIDEO

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