Ieri sera Juan Guaidò, l'autoproclamato presidente del Venezuela, è tornato a Caracas.

Aveva lasciato il Paese il 22 febbraio, praticamente da dieci giorni. In piazza Alfredo Sadel erano migliaia le persone che lo attendevano, e lui ha nuovamente sfidato Nicolas Maduro: "Preso metteremo fine all'usurpazione", ha promesso.

E mentre il governo di Caracas ha annunciato che "si stanno studiando misure appropriate" nei confronti di Guaidò, il vice di Trump, Mike Pence, avvisa Maduro: "Non lo toccate o reagiremo".

Ad attendere Guaidò in aeroporto c'erano diplomatici statunitensi, europei e latinoamericani pronti a fargli da scudo. Ma non ce n'è stato bisogno di alcun intervento, il leader dell'opposizione a Maduro è uscito dall'aeroporto senza problemi. "Benvenuto, presidente", gli avrebbe detto - stando al racconto dello stesso Guaidò - il funzionario della sicurezza di frontiera che gli ha controllato il passaporto.

"Qualsiasi minaccia, violenza o intimidazione contro di lui non sarà tollerata e avrà una risposta rapida", ha avvisato Mike Pence.

"Non saranno minacce e persecuzioni a fermarci, siamo più forti che mai e guardiamo al futuro. Presto incontrerò i sindacati e lanceremo una mobilitazione di piazza per sabato prossimo, per andare avanti con la liberazione del Venezuela", ha detto Guaidò alla folla.

(Unioneonline/L)
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